Caro direttore,
il giornalismo d'inchiesta è una antica e benemerita vocazione del Giornale, ben altro delle urla isteriche dei comici. Consentimi, allora, di indicarti un'indagine a proposito dell'ultimo esproprio legalizzato da parte del governo Prodi. Le vittime, come sempre, sono i più deboli, cioè i pensionati.
Ecco il fatto: sta giungendo con «postatarget» a tutti i pensionati dellamministrazione pubblica un dépliant dell'Inpdap. Sulla copertina c'è un nonno inconsapevole che ride beato insieme alla sua nipotina; la didascalia detta: «I servizi Inpdap non hanno età / Guida per chi è in pensione».
Tuttavia, non si tratta affatto di una guida, bensì di una cattiva azione a danno del nonno ridente e inconsapevole. All'interno, firmata da tal Giuseppina Santiapichi, nientemeno che direttore generale dell'Inpdap, si legge una letterina tesa a promuovere l'iscrizione «volontaria» alla Gestione unitaria.
La Santiapichi si dice lieta di comunicare che «a partire dal 1° novembre prossimo, Lei potrà accedere alle prestazioni erogate dalla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell'Inpdap. Questo diritto, finora riservato ai lavoratori in servizio, è stato esteso anche ai lavoratori in pensione dal decreto ministeriale 45 del 2007».
La buona novella, ovvero il decreto ministeriale 45 del 2007, tuttavia, ha il verme dentro, essendo previsto, dal novembre 2007, un prelievo di 0,15% sull'importo lordo delle pensioni superiori a 599 euro al mese, in cambio di meraviglie di Francia, come «piccoli prestiti», «mutui ipotecari edilizi» ed anche, facendo le corna, assistenza, ma solo in alcune regioni e con molti se, in caso di Alzheimer.
Fin qui, nulla di drammatico, trattandosi dell'ennesimo spot lanciato per suggere tutto il sangue possibile dalle vene degli anziani.
Sopraggiunge, però, un'avvertenza banditesca: «Se Lei non intende iscriversi alla Gestione unitaria dell'Inpdap può compilare il modulo di non adesione... e consegnarlo o inviarlo per posta o tramite fax, entro e non oltre il 31 ottobre 2007, alla Sede provinciale o territoriale Inpdap che eroga la sua pensione. Se Lei, invece, vuole iscriversi non dovrà fare nulla, perché la sua adesione scatterà automaticamente il 1° novembre...».
E pensare che l'iscrizione era stata definita «volontaria».
Insomma, invertendo ogni norma costituzionale, i diritti dell'uomo e financo la logica aristotelica, il pensionato, magari impossibilitato a muoversi, si ritrova iscritto d'autorità e automaticamente ad una Gestione unitaria che incide sulla sua pensione. Se, invece, proprio non ci sta a questo diktat, deve comunque perdere tempo e denaro, compilando e recapitando il modulo di «non» adesione. Dunque, egli non può decidere di iscriversi, potendo solo scegliere di «non» aderire.
Caro direttore, codesta inversione dei parametri del libero arbitrio riguarda milioni di pensionati, milioni di cittadini italiani, i quali, magari, possono inavvertitamente gettare nel cestino questo come mille altri dépliant che ogni giorno intasano le cassette della posta, senza sapere che si tratta di uno stampato sanguisuga già applicato sulla loro pelle.
Credo che questi milioni di italiani abbiano il diritto di poter contare su Il Giornale.
Io, da parte mia, ho già dato incarico all'avvocato Pietro Federico di verificare quante e quali notizie di reato si possano ravvisare nel dépliant firmato dalla dottoressa Giuseppina Santiapichi, direttore Generale dellIstituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell'Amministrazione Pubblica.
Giancarlo Lehner
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