CosenzaIl sacerdote don Alfredo Luberto, che nel suo lussuoso appartamento conservava i disegni di De Chirico, scatole piene di ori e argenti, una rara collezione di orologi, un leggìo scultura di Manzù, mobili di lusso, una sauna e una palestra attrezzatissima dovrà scontare sette anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dal gup del Tribunale di Paola che ha aumentato di sei mesi la richiesta del pm, nel corso del procedimento con il rito abbreviato. Secondo i giudici, Don Alfredo Luberto, ex sacerdote arrestato nel luglio 2007 e sospeso a divinis dal Vescovo di Cosenza, quelle ricchezze se le era costruite con i fondi dellIstituto Papa Giovanni XXIII di Serra dAiello in provincia di Cosenza. Laccusa, a vario titolo, è di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di una serie indeterminata di reati, tra i quali appropriazione indebita, truffa aggravata, falsificazioni di documenti contabili. Decine di milioni di euro sarebbero stati fatte sparire dai vertici della Fondazione. Insieme allex presidente della Fondazione che doveva gestire la struttura, in cui erano ospitati malati con problemi psichici, è stato condannato anche lex direttore sanitario, Mario Carpino (4 mesi), e altre tre persone con pene variabili dai 4 mesi ai due anni. Negli anni doro erano oltre novecento i dipendenti che lavoravano al Papa Giovanni. Poi il giocattolo si è rotto e gli investigatori hanno scoperto il buco milionario. Se da un lato lappartamento allattico di un palazzo nel centro di Cosenza di proprietà di don Luberto si arricchiva degli oggetti più rari e costosi (tutti regolarmente fatturati allIpg ma di fatto a uso personale dellex prete), dallaltro i dipendenti si sono accorti che mai un centesimo era stato versato nelle casse previdenziali a loro favore. E rispetto a ciò, i sospetti di quello che accadeva dentro listituto non sono minori. Quando le forze dellordine sono entrate nella struttura per uno sgombero imposto dalla magistratura, nello scorso mese di marzo, hanno trovato una situazione sconvolgente. Sporcizia e sudiciume ovunque. I degenti erano abbandonati a loro stessi, malnutriti, i letti sgangherati e lerci.
E poi cè il mistero dei pazienti scomparsi, finiti nel nulla. Nel cimitero di Serra dAiello i carabinieri hanno trovato loculi senza nome. Non si sa nemmeno se in quelle bare ci siano uno o più corpi. E, soprattutto, non si sa a chi appartengano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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