Tunnel contro il traffico da Linate alla sede Expo in dodici minuti di auto

Il presidente: «Otto anni per chiudere i cantieri, bisogna partire subito»

Tunnel contro il traffico da Linate alla sede Expo in dodici minuti di auto

Giro giro tondo, cambia il mondo, cambia la terra, tutte sottoterra... Le auto, naturalmente, in una nuova filastrocca che per Milano potrebbe significare meno traffico, meno inquinamento, più spazi verdi. E l’abbattimento di quell’ecomostro che è il cavalcavia Monteceneri. Come? Costruendo un tunnel che attraversi la città da ovest a est. «Collegando - spiegano i responsabili del progetto - la nuova Fiera di Rho-Pero sede dell’Expo 2015 all’aeroporto di Linate e quindi alla tangenziale est in appena 12 minuti». Contro i 50 (senza traffico) di oggi. Con risparmio di tempo, carburante, stress e abbattimento delle polveri sottili. Un sogno contenuto nel dossier presentato dalla Torno dopo che il sindaco Letizia Moratti ha chiesto una «revisione» del disegno originario (per il quale l’ex sindaco Gabriele Albertini ha già concesso la dichiarazione di pubblico interesse e la nomina della Torno a promotore) che prevedeva solo il tracciato dal sistema autostradale nord (piazzale Kennedy) a Garibaldi. Un modo, la critica, per convogliare ancora più traffico in centro. Da lì la nuova idea. Un tunnel che attraversi completamente Milano togliendo dalle strade 100mila vetture al giorno, 170 milioni di veicoli km/anno e dall’aria il 18 per cento dell’inquinamento. Un’enormità.
Ma non solo. «Il tunnel - spiega Alberto Rigotti, presidente del gruppo Torno global contracting e di Abm Merchant - ha la sua giustificazione strategica nel Corridoio 5. Il Nord Italia sarà il baricentro di questa grande infrastruttura che collegherà Lisbona a Kiev. E Milano ne può essere l’epicentro. Oppure il punto in cui tutto collassa». Come a dire che l’effetto «tappo» potrebbe convincere a far passare altrove la grande autostrada d’Europa, veicolo di persone, ma soprattutto di merci. E dunque di ricchezza. Per evitarlo, la proposta della Torno di costruire una grande tangenziale sotterranea in cui convogliare il traffico locale. Ma anche un modo per «raccordare» tutte le grandi arterie che nasceranno da qui a poco. Per spiegarlo Rigotti srotola la mappa con l’Evoluzione del sistema autostradale lombardo. Tracciati a colori con la A4 che da Torino a Milano diventa a tre corsie, la Pedemontana, la Tangenziale est esterna, la Brebemi (direttissima Milano-Brescia), le quattro corsie fino a Bergamo e poi le tre da Venezia a Trieste, l’interconnessione Pedemontana-Brebemi, il potenziamento dei nodi di Bergamo e Brescia, il collegamento autostradale al polo fieristico di Rho-Pero, l’alta velocità ferroviaria. Un reticolo per il quale il tunnel con l’attraversamento completo della città diventa essenziale. Le cifre parlano di 12,5 chilometri di tracciato principale, più 1,1 di tunnel in viale Monteceneri che potrebbero ridurre del 20 per cento il traffico in superficie. E collegare i punti nevralgici della Milano del futuro: la Fiero di Rho-Pero, il sito dell’Expo, Garibaldi-Repubblica e la Città della moda, la Bovisa, i grattacieli di CityLife, lo stadio, viale Zara, viale Romagna, la tangenziale est.
Il costo? Basso (250 milioni di euro) per le casse pubbliche grazie alla finanza di progetto.

Cinquantadue anni il periodo di gestione per chi lo realizzerà e potrà incassare i pedaggi (68 milioni all’anno) dopo aver sborsato due miliardi di euro per realizzarlo. I tempi? «Strettissimi - spiega Rigotti -. Per chiudere i cantieri ci voglio otto anni. Se vogliamo arrivare in tempo per l’Expo del 2015, bisogna davvero fare in fretta».

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