Milano - Gli italiani fanno vacanze più brevi e con budget più bassi ma viaggiano più spesso, con short break scaglionati nel corso di tutto l’anno. La tendenza è ormai netta da qualche anno, tanto che gli operatori del settore turistico osservano: «è cambiato il modo di fare vacanze, gli italiani cercano le tariffe promozionali, sfruttano il low cost, prenotano in anticipo per usufruire degli sconti e in generale per le vacanze, negli ultimi anni, spendono meno».
Un dato questo, confermato recentemente anche dal ministero dell’Economia, secondo il quale l’ulteriore rivalutazione della moneta europea ha inciso sulle vacanze, diminuite nel 2007 dello 0,4%. Ma se gli italiani si muovono di meno, al contrario aumenta la spesa degli stranieri in Italia. Il turismo porta infatti nelle casse italiane esattamente il doppio di quanto gli italiani spendono all’estero: a fronte di 15,6 miliardi di euro spesi nel 2007 dagli italiani in altri Paesi, ci sono 31,5 mld spesi da stranieri sul territorio italiano.
«Il mercato italiano - spiega Giuseppe Boscoscuro, che per 7 anni è stato alla guida dell’Astoi, l’Associazione che riunisce i maggiori tour operator italiani - è maturo, cresce poco, di 2-3 punti percentuali l’anno, mentre per esempio in Inghilterra la spesa media per le vacanze cresce. L’offerta da noi è spesso superiore alla domanda e questo perché gli italiani riducono il numero di giorni di vacanza e hanno meno soldi da spendere».
A tal punto il fenomeno della diminuzione della vacanza breve è ormai diffuso, che si parla di «microvacanze», ovvero vacanze «corte» che durano da 1 a 3 notti al massimo: a fine 2006 se ne sono contate 43.7 milioni, quasi la metà del totale del mercato (che è stato di 94 milioni di viaggi) e a fine 2007 sono state 45 milioni. Di questo passo, secondo uno studio pubblicato recentemente da «Sl&a Turismo e Territorio» ed «Unaltracosa Travel» dal titolo «Le microvacanze, cronache dal futuro prossimo», che si apre con un contributo di Giuseppe De Rita e raccoglie interventi di consulenti e studiosi del mondo del turismo, il rischio sarà non trovare più posto per i viaggi che si fanno durante i week end, tanto che, se fino a qualche anno fa per le microvacanze non si faceva alcun tipo di prenotazione, oggi per ogni tre italiani che partono ce ne è uno che si organizza. Non solo: dato che gli italiani partono più spesso e per meno giorni, è antistorico, secondo i relatori della pubblicazione, pensare di imporre loro un minimo di una settimana di alloggio, magari in pensione completa.
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