Tursi e il rischio di far gestire le ville agli amici

Tursi e il rischio di far gestire le ville agli amici

C’è una proposta della giunta che verrà presentata martedì prossimo in consiglio comunale che fa tremare il consigliere comunale del Pdl, Beppe Costa. Per l’importanza dell’argomento trattato, ovvero la concessione del servizio di gestione dei parchi di Villa Durazzo Pallavicini a Pegli e di Villa Duchessa di Galliera a Voltri. Due gioielli per Genova. E per le modalità con cui questa concessione dovrebbe essere affidata.
In sostanza, dice il testo di Palazzo Tursi, i soggetti a cui potrebbe essere affidato il bando di gara pubblica sono le associazioni culturali, le fondazioni culturali, le associazioni di promozione sociale e le associazioni non riconosciute. Non solo, il Comune è pronto a metterci di tasca propria 100mila euro per Villa Durazzo Pallavicini e 33mila per Villa Duchessa di Galliera quali «contributi ai concessionari dei servizi per l’avvio della gestione e per tre annualità di start-up». Ma delle due cose l’una, fa notare Costa: o il gestore è in grado di sostenere con le proprie forze economiche il compito che gli viene affidato, oppure meglio rivolgersi a chi ha la possibilità di farlo per evitare poi, a fine triennio, di dover versare ulteriori fondi per tappare i buchi.
«Siamo nella logica di affidare la gestione dei parchi delle ville ad associazioni che non hanno capacità imprenditoriale per essere autonome - dice il consigliere pidiellino che martedì presenterà un ordine del giorno su questo argomento - e che si prefigurano come onlus. Le modalità prevedono che si debbano dare 100mila euro per una villa e 33mila per l’altra. Sono soggetti che non hanno la capacità di corrispondere al compito e invece di fare una gara a livello nazionale o europeo per cercare realtà forti, noi rischiamo di darle ad associazioni del quartierino». E quindi, con il pericolo di rimetterci non soltanto dei soldi, ma addirittura di arrivare in un futuro a svendere un patrimonio della città. Assegnandole invece a soggetti strutturati e capaci di autosostentarsi, si eviterebbe un carico economico per il Comune e ci sarebbe anche la possibilità di avere qualche introito.
Ma tant’è che secondo i criteri che vorrebbe applicare Tursi, i futuri gestori non dovrebbero nemmeno pagare il canone per i primi tre anni di concessione. Tantomeno quelli dell’utenza per la fornitura di gas e di riscaldamento.
Le modalità di assegnazione delle ville, scrive nel suo ordine del giorno Beppe Costa, devono essere riviste in modo che prevedano «un controllo costante e reale su tutto il patrimonio dato in concessione da parte della civica amministrazione, con penalità previste da contratto.

La possibilità da parte del Comune di usarle per le proprie iniziative e che gli assegnatari siano in grado di corrispondere un canone e non siano bisognosi di essere sostenuti economicamente. Siano cioè in grado di avviare un programma di recupero che si sostenga economicamente in maniera autonoma. Così come hanno fatto le amministrazioni dell’Emilia Romagna. GG

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