Tutti contro Chéreau «La regia fa orrore» «Non l’ho capita»

Lui, il regista Patrice Chéreau, aveva detto che «Tristano e Isotta è un’opera che non si può realizzare senza un lungo periodo di studio ed è per questo che l’ho studiata per tutto l’anno, cercando di capire come raccontare la storia al di là dell’amore». Eppure ieri sera i risultati sembrano non essere stati apprezzati molto dagli spettatori della prima della Scala. Il più immediato, manco a dirlo, è stato Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura di Milano: «La regia mi fa orrore. Se Wagner fosse vivo, prenderebbe a pugni il regista. Tutto è ribaltato, ci devono essere operai e contadini anche nel Tristano e Isotta per far diventare comunista Wagner o dimostrare che non era nazista. Ma nel complesso è bello, l’atmosfera c’è, la musica è perfetta, le voci sono belle... uno chiude gli occhi e ne trae qualche beneficio, ma allora si risparmiava quel milione e 200mila euro che sarà costata la scenografia e i soldi si potevano dare agli orchestrali». Molto meno scoppiettante l’ex procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Saverio Borrelli. Ma egualmente immediato.

Subito alla fine del primo atto ha commentato: «Sono molto soddisfatto solo dal punto di vista musicale. La scenografia non la capisco: che cosa c’entrano le mura aureliane, quel traghetto. Anche il rotolarsi finale di Tristano e Isotta non è negli schemi dell’opera, dove l’amore è essenzialmente mentale».

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