Roma

Tutti pazzi per Roma 2020: un miliardo dagli industriali

Roma 2020 il giorno dopo. Mentre Venezia continua a schiumare rabbia per la candidatura della capitale a possibile sede dei Giochi tra dieci anni a scapito della città lagunare, Roma continua a interrogarsi sulle opportunità e le responsabilità di un ruolo affascinante, incerto e molto impegnativo. A confortare il Coni arriva un sondaggio fatto da Sky Tg24 tra i suoi ascoltatori: il 61 per cento ha definito giusta la scelta di Roma. Che però dovrà faticare, se è vero che il bookmaker anglosvedese Unibet identifica Toronto e Tokyo come favorite nella corsa a cinque cerchi, quotandole a 5,00. Roma, quotata 10,00, viene anche dopo Busan, in Corea del Sud (7,50), e si affianca e Madrid e San Pietroburgo, davanti a un gruppetto di altre città.
Dati che devono spronare il comitato organizzativo a dare il meglio nei prossimi tre anni per ribaltare il pronostico. Ieri è arrivato l’impegno degli industriali romani. «Un miliardo di euro di investimenti privati e una Fondazione che raccoglierà finanziamenti privati, servirà per rendere concreti progetti non soltanto legati alle Olimpiadi e alle infrastrutture sportive ma anche allo sviluppo della città», è la promessa di Aurelio Regina, presidente della Uir. «La candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020 è una grande sfida che si rinnova. Speriamo con una prospettiva migliore. Bisognerà lavorare per tre anni per dare concretezza al progetto. Sicuramente darà una spinta ai progetti già in corso su Roma e motiverà le pubbliche amministrazioni ad essere più efficaci», dice il presidente della Bnl Luigi Abete. «Sarà sicuramente un evento - ha aggiunto - che potrà portare a una trasformazione importantissima alla nostra città, ai cittadini e alle imprese», garantisce Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente della Camera di Commercio.
Insomma, il mondo dell’impresa è pronto. Ma anche quello politico appare compatto. Ieri il sindaco Gianni Alemanno ha promesso che «all’interno del Comitato promotore saranno rappresentati tutti gli orientamenti politici e le realtà amministrative con uno sforzo per coinvolgere tutti, anche l’opposizione di centrosinistra». Non si sa quanto scherzosamente, Alemanno ha anche definito «una buona idea» quella di dare al suo predecessore al Campidoglio Walter Veltroni il ruolo di presidente del comitato.
Ma c’è anche chi dice no a Roma 2020. E non solo il Nord, che ieri ha continuato a polemizzare, chiedendo per bocca del governatore del Veneto Luca Zaia di dare a Venezia almeno le discipline acquatiche e per bocca del deputato leghista Paolo Grimoldi (non a caso monzese) che Roma rinunci allo scippo della Formula Uno. Qualche opposizione c’è anche a Roma. Ieri i centri sociali In Action hanno improvvisato in piazza del Campidoglio una partita di rugby per sollecitare più attenzione sullo sport di base a scapito dei grandi eventi «occasione di speculazioni». Scontato anche il no di Italia Nostra, con una lettera filosofica di Carlo Ripa di Meana.

Il Comitato aeroporto di Ciampino è invece allarmato: «Dalle risposte al questionario del Cio apprendiamo che, ancora nel 2020, l’aeroporto di Ciampino è previsto come secondo aeroporto di Roma da utilizzare per il traffico delle Olimpiadi».

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