nostro inviato ad Appiano Gentile
Dopo le lettere aperte, le sconfitte a tavolino, gli schieramenti trasversali e le norme drastiche, finalmente si gioca Juve-Balotelli.
Qualcuno sta ancora lì a guardare il calendario, roba vecchia, la quattordicesima che si gioca oggi è solo un pretesto, uno spot in attesa delle 20,45 di sabato cinque, Balotelli si porterà dietro una decina di compagni, magari Mourinho neppure lo schiera ma fa lo stesso. Ieri ad Appiano cera da interpretare: «Mi sono informato - ha risposto Josè a chi gli chiedeva spiegazioni -, e ho letto quali siano le competenze di un allenatore in simili situazioni. Se ritiro la squadra perdo 3-0». Stava parlando dei cori, mica di Prandelli. «Preferisco giocare a Torino e affrontare i bianconeri nel loro stadio - ha continuato -. Non sono sorpreso dalla mancata squalifica del loro campo, me laspettavo come la squalifica di due giornate a Maicon che quindi non ci sarà a Torino». Dice che i cori non fanno paura, così come la Juventus: «Sono molto soddisfatto della mia squadra e di quanto ha fatto finora. Sono contento del rendimento, siamo primi in classifica, in 13 partite abbiamo fatto 10 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta, nessuno sta meglio di noi. Ma non so dire se questo è un Paese razzista. Questo non è il mio Paese e questo non è il mio calcio». Frase che ha rimbalzato fra le pareti di Appiano e qualcuno ha interpretato male, molto male. Ma come: Zanetti si è detto pronto a chiedere la sospensione allarbitro in caso di nuove intolleranze sugli spalti, Moratti ha confermato la sua personalissima delega al capitano in quanto non sarà allo stadio, e Josè prende le distanze? «Non ho mai commentato e continuerò a non commentare le dichiarazioni del presidente. Queste sono del capitano? Non le commento ugualmente».
Lhanno fatto altri, largomento prende, lex Claudio Ranieri si è espresso senza limiti: «Larbitro dovrebbe interrompere la partita e darla persa a tavolino anche in occasione di Juventus-Inter - ha detto lallenatore della Roma -. Le leggi sono leggi e vanno applicate con coraggio». Ciro Ferrara ha tirato in ballo anche la prole: «Sono contrario a ogni forma di razzismo ma anche di insulto contro chiunque venga rivolto. Spero che i cori razzisti nei confronti di Balotelli non continuino. La cultura sportiva italiana ha origini profondamente sbagliate. Ho visto bambini di cinque anni fare le corna prima ancora di entrare allo stadio. Se succedesse a mio figlio, gli darei due ceffoni. La Juventus su questa vicenda ha davvero fatto tutto il possibile». E quando gli hanno chiesto se sarebbe pronto a fare come Buffon a Bordeaux e andare sotto la curva a invitare gli ultrà a smettere, Ciro ha allargato le braccia: «Ho mille dubbi, non so se sia la strada giusta». Ciro ne sa qualcosa fra Vesuvio bruciali tutti e noi non siamo napoletani. Quanti stadi resterebbero aperti la domenica successiva potrebbe essere quotato dai bookie. Lidea è che a Torino questa storia stia sfinendo, non sono tutti convinti che i cori siano razzisti, cè perfino un insospettabile che perora la stessa causa: «Se saltelli muore Lucarelli me lo cantano da una vita», conferma lattaccante rosso del Livorno. Rosso e bianco per la precisione. In questo caos armato cè anche spazio per un accordo che dovrebbe togliere ansia alla società bianconera: al posto di Balotelli negro di m..., in curva canteranno Balotelli figlio di p... Sembra una buona soluzione che accontenta tutti. Probabilmente non Balotelli, ma questo non significa niente, il calcio italiano sta facendo di tutto per costringerlo ad emigrare.
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