Tv, il controllo del governo parte dalle frequenze

da Roma

Aveva annunciato la morte della legge Gasparri, ma in attesa della non facile tumulazione, il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni si dedica ai censimenti e annuncia «un’operazione trasparenza» per sanare «un ritardo, ormai storico, accumulato negli anni». Quale ritardo? Quello sul censimento delle frequenze televisive usate in Italia e la realizzazione di un unico dabatase. Il lavoro sarà affidato all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni che lo porterà a termine entro il gennaio 2007. «Questo censimento - ha detto Gentiloni - sarà il primo passo indispensabile per le future azioni del governo e dell'Autorità. In base a questa “operazione trasparenza” saremo in grado di intervenire per modificare una realtà che ha visto, negli anni, l'accumulo di situazioni di fatto, per razionalizzare lo spettro elettromagnetico, per intervenire sulle frequenze ridondanti e ridurre le posizioni dominanti anche nella capacità trasmissiva».
Il centrodestra guarda con attenzione alla sortita di Gentiloni. «Il piano generale delle frequenze non è certo una novità e si attende da tempo una stesura definitiva da parte dell'Authority», dice Paolo Romani, vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera.

«Se tale piano, però, diventa un alibi - continua Romani in una nota - e deve servire per limitare la capacità trasmissiva degli attuali protagonisti del mercato, allora questo è un altro problema. E il ministro Gentiloni lo deve chiarire».

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