Cesare Salvi, ex vicepresidente del Senato, se n’è uscito con questa frase: «Sono un uomo felice, ho una moglie di sinistra che a volte per cambiare si traveste da Mara Carfagna».
«Ma veramente? Un possibile movente potrebbe essere individuato nella follia».
Massimo Gramellini sulla "Stampa", dopo la vittoria di Berlusconi nel 2008: «Io sul muro tengo il ritratto di Kennedy e non ho alcuna intenzione di incollarci sopra Mara Carfagna».
«Non capisco perché dovrebbe farlo».
Avendo un padre preside e una madre insegnante, è stata costretta a sudare sui libri: 60 alla maturità scientifica, laurea in legge con 110 e lode. Eppure i giornali l’hanno fatta passare per una ex starlette senza cervello. Che lezione ne ricava?
«Che nelle redazioni domina la superficialità. Comprendo la diffidenza e lo stupore per un percorso politico che non è quello classico di chi proviene dalla militanza. Ma oggi c’è un nuovo modo per selezionare la classe dirigente. Ciò consente di cooptare giovani e donne che con le vecchie liturgie restavano ai margini della politica».
Filippo Facci ha scritto di lei: «Maria Rosaria Carfagna è ufficialmente bella e punto. Potrebbe anche essere un genio, una mente: ma il curriculum è oggettivamente imbarazzante».
(Ride di gusto). «Guardi, le biografie imbarazzanti sono altre. Non vengo né da Oxford né dalla Columbia University, è vero, tuttavia credo che un politico abbia principalmente il mandato di dare risposte, risolvere problemi, realizzare progetti. Ciò che conta è il risultato. Saremo giudicati per il lavoro svolto e da questo punto di vista mi sento a posto. Se poi il maestro Facci ritiene che io non sia all’altezza del ruolo, pazienza. La libertà di pensiero è sacrosanta».
Quand’era iscritta a giurisprudenza sognava di diventare magistrato. Batte un cuore giacobino, in quel petto?
«Sono una maniaca del principio di giustizia. Di fronte a un torto, anche il più piccolo, perdo le staffe».
Per fortuna non è diventata pubblico ministero.
«Sarei stata terribile. Qualche volta mi faccio paura, tanto sono inflessibile».
Berlusconi la voleva nominare portavoce del governo. Perché non ha accettato?
«Perché c’è già Paolo Bonaiuti, che se la cava benissimo. E poi avrei dovuto essere portavoce e contemporaneamente ministro. È già difficile far bene una sola cosa. Il cumulo delle cariche non mi piace».
È vero che il Cavaliere, prima di nominarla ministro, la mandò a presentarsi al presidente emerito Francesco Cossiga e che lei tremava come una foglia?
«No. Avevo conosciuto Cossiga in precedenza. Accettò di firmare la prefazione del mio libro Stelle a destra. Mi ha dedicato il suo tempo, s’è prodigato in consigli».
Ma lei come arrivò all’ex capo dello Stato?
«Grazie a Italo Bocchino. La prima volta che Cossiga mi ricevette a casa sua, nel quartiere Prati, mi disse: “Ricòrdati che in politicasi perdona tutto, tranne la bellezza”». (Imita l’inflessione sarda). «Poi soggiunse: “Ma tu vai avanti per la tua strada, perché sei una donna estremamente intelligente e questo alla lunga pagherà”. Io mi aspettavo d’incontrare un uomo burbero, arrogante. Invece mi ha circondato di una tenerezza commovente. Oggi mi manca tanto. Sento di volergli un gran bene».
Si maligna che in passato ci sia stato del tenero fra lei e il napoletano Bocchino, capo dei pretoriani di Fini. Su Facebook vi hanno persino dedicato un gruppo intitolato «Sosteniamo l’amore fra Italo Bocchino e Mara Carfagna».
«Si maligna su tutto e su tutti. Italo è stato importante per la mia formazione politica. Poi sono venute meno le ragioni di una convergenza e abbiamo preso strade diverse. Restano la stima e la gratitudine. La politica non è il primo valore della mia vita. Discuto, litigo, non sono d’accordo con quello che dice, ma non rinnego la nostra amicizia».
Scusi se torno su argomenti triti e ritriti. Nel 2007 il Cavaliere le fece quel complimento galeotto durante la serata dei Telegatti: «Se non fossi già sposato, la sposerei subito», e lei rispose: «Le direi di sì senza esitazioni se fossimo coetanei e non fosse già sposato ». Adesso non è più sposato.
«Però s’è aggiunta un’altra pregiudiziale: è troppo attratto dal fascino femminile. Io sono una meridionale rigidissima. Il mio uomo deve rigare dritto senza tentennamenti di nessun genere».
Non sapevo che Berlusconi fosse diventato sensibile al fascino femminile solo da pochi mesi.
«Be’, diciamo che allora questa propensione non era così evidente. Per cui non potrei mai andarci d’accordo. Una delle cose che mi piacciono del mio fidanzato (Marco Mezzaroma, amministratore delegato del gruppo Mezzaroma costruzioni, ndr) è la sua serietà, che va oltre la fedeltà».
Crede d’aver avuto una qualche parte nella crisi coniugale del premier?
(Espressione stupefatta). «Assolutamente no».
Però quella galanteria di Berlusconi scatenò
la reazione di Veronica Lario, che nella lettera aperta alla "Repubblica" chiese al marito pubbliche scuse.
«Credo che dietro la lettera vi fosse ben altro. Non ero Cenerentola ospite del principe azzurro. Stavo a cena con decine di persone e non sedevo neppure al tavolo del presidente. Andai a salutarlo perché s’era fatta mezzanotte e io a quell’ora torno a casa. Berlusconi, che aveva intorno una quindicina di commensali, nel congedarmi parlò con orgoglio delle nuove leve portate in Parlamento e disse che ero brava, preparata e onesta, talmente onesta da considerarmi una donna ideale da sposare. Soltanto la malizia ha potuto trasformare in caso mediatico un complimento innocente pronunciato in un contesto pubblico».
Il Cavaliere ha anche dichiarato che «Mara è una persona di santi principi». Se osa paragonarla alla martire Maria Goretti, che si fece uccidere per difendere la sua purezza, dovrà pur disporre di qualche prova, non crede?
«Attenzione ai paragoni blasfemi. Quello che Berlusconi mi rimprovera è un’eccessiva rigidità. Dice che sono così », (batte le nocche sul tavolo), «troppo dura».
«Con me non è mai passato dalle parole ai fatti, ma a volte mi ha fatto arrossire». Lo dichiarò lei a Mario Prignano di "Libero",
oggi al Tg1.
«Berlusconi è incline alla battuta galante, talvolta sopra le righe. Ha un carattere estroverso, mentre io sono molto riservata ed è facile prendermi in contropiede».
Lei ha detto di considerarlo come uno zio. Fosse in vita il regista Salvatore Samperi, ci farebbe un remake: «Grazie zio».
«Non lo considero né uno zio, né un papà, né un nonno. È semplicemente il presidente del mio partito, il capo del mio governo, una persona cui sarò riconoscente a vita non tanto per la nomina a ministro quanto per avermi offerto l’opportunità di scoprire la mia vera passione: la politica».
Perché il giorno del suo compleanno le mandò a casa il famoso chef Antonello Colonna a prepararle la cena per gli ospiti?
«Questa è un’altra delle tante bugie in circolazione. Si figuri, a quell’epoca abitavo in un miniappartamento divia Cortina d’Ampezzo che misurava appena 45 metri quadrati. Dove li mettevo tutti quegli invitati? Andai io nel ristorante di Colonna e ovviamente pagai il conto, fra l’altro decisamente salato, tanto che dissi a me stessa: qui, mai più!».
Perché si fa chiamare Mara anziché Maria Rosaria? Che cosa non le piace del suo nome di battesimo?
«Non è che non mi piaccia. Era il nome della mamma di mio padre, morta quando lui aveva 7 anni. Siccome mio zio ha chiamato una figlia con lo stesso nome, si poteva creare qualche confusione fra cugine».
Il quotidiano tedesco "Bild" l’ha proclamata «la ministra più bella del mondo». Contenta?
«Non mi cambia la vita. Sempre meglio di un cazzotto in faccia».
Ma secondo un sondaggio del settimanale "Diva e Donna"
la più bella è Stefania Prestigiacomo col 23,4%. Lei soltanto seconda col 18,2%.
«Mi piacerebbe che facessero anche la classifica dei più belli del Parlamento, così ci divertiremmo».
Il suo desiderio nel 2002 era di rinascere per "essere 10 centimetri più alta e portare la taglia 38 anziché la 42". Oggi?
«A quell’età si dicono tante stupidaggini. Se potessi tornare indietro studierei con ancora maggior impegno e viaggerei di più all’estero».
Secondo il professor Marco Klinger, chirurgo plastico della clinica Humanitas di Milano, interpellato da "Novella 2000", da un esame delle sue foto di ieri e di oggi risulterebbe che lei s’è rifatta sopracciglia, sguardo, zigomi, naso, labbra e seno.
(Ride). «È tutto di madre natura, per fortuna. Se fra qualche anno dovessero insorgere esigenze particolari, non mi sottrarrei. Ma non sono una fanatica della perfezione».
Ho letto da qualche parte che il suo uomo ideale è Johnny Depp.
«Non più. Basta ideali: mi accontento del reale. L’uomo che ho mi piace e mi basta».
A maggio le nozze col suo fidanzato Marco Mezzaroma erano date per sicure entro l’anno. Deve affrettarsi, tempus fugit.
«Entro l’anno non ce la faremo. Come tutti i maschietti, all’inizio tentava di sottrarsi alle sue responsabilità. Ma l’ho incastrato. Adesso mi sposerebbe domattina. Il matrimonio sarà celebrato in primavera. Quando è uscita la notizia, peraltro falsa, di una nostra crisi sentimentale, è andato su tutte le furie e mi ha pregato di rettificare. Io gli ho risposto: ti sta bene, così la prossima volta ti sbrighi a fare le cose nei tempi giusti. Non è che alla nostra età possiamo tirarla tanto in lungo».
Invidia la sua collega Mariastella Gelmini che ha avuto una figlia subito dopo essere convolata a nozze?
«L’invidia è un sentimento corrosivo che non ho mai provato in vita mia. Però ho tenuto in braccio per una buona mezzora la piccola Emma e ho riflettuto molto sul fatto che l’orologio biologico corre».
Hanno scritto che da bambina leggeva sui giornali solo la pagina dell’oroscopo. Con tutti i dolori che le riserva la politica, non ha la tentazione di tornare a farlo?
«Mai letto un oroscopo. Non mi appassiona per niente. Oltretutto sono profondamente cattolica e l’oroscopo offende il mio sentimento religioso. Mi attengo alle Sacre Scritture: “Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini”».
Il "Messaggero" ha svelato che lei a 20 anni s’è fatta leggere le carte da Miriam, l’astrologa di fiducia della conduttrice Antonella Clerici: «La maga ci ha così azzeccato che Mara, per evitare brutte notizie, ha giurato di non volere più conoscere il suo futuro».
«Questo è vero. All’epoca in cui Antonella e io lavoravamo insieme a Domenica in , quindi 1997 o 1998, andammo a cena con questa sua amica astrologa. Però manco mi ricordo quale fu la predizione e di sicuro non la tenni in alcun conto».
Non ho capito una cosa: perché lasciò la Tv?
«A 20 anni era un modo per pagarmi gli studi, per rendermi indipendente. Ma ho raggiunto risultati di pura sopravvivenza. Mi sono accorta che non poteva essere la mia professione. Non ho le doti né attitudinali né caratteriali per svolgerla. Io la sera non vedo l’ora di tornare a casa,altro che andare a ricevimenti e vernissage».
Se dovesse chiudere con la politica, che lavoro farebbe?
«Bella domanda». (Ci pensa). «Qui è già difficile capire dove saremo fra un mese... Mi rimetterei a studiare per conseguire l’abilitazione e diventerei avvocato».
Chi ha conosciuto dei politici del passato eletti in Campania?
«Ciriaco De Mita, Paolo Cirino Pomicino, Antonio Bassolino. E Rosa Russo Iervolino, che ormai fa parte del passato».
Ma non è ancora sindaco di Napoli?
«Per poco».
Chi la sostituirà?
«Sarei disponibile a candidarmi a patto che cambiassero gli attuali vertici del Pdl in Campania».
Io ho conosciuto Francesco De Martino, Antonio Gava, Francesco De Lorenzo, Vincenzo Scotti, Clemente Mastella. Dilettanti, al suo confronto: alle regionali di quest’anno lei ha avuto 55.740 preferenze, la più votata in Italia, e ha distaccato di 40.000 voti Alessandra Mussolini, che ha un cognome più memorabile del suo,se permette. Com’è possibile?
«La cifra che ha trovato sul mio sito non è aggiornata: le preferenze sono state oltre 57.000. Come ho fatto? Visitando 49 Comuni in un mese, partecipando a 169 appuntamenti, percorrendo 4.878 chilometri, incontrando 2.477.000 elettori, girando casa per casa fino a perdere due chili. È l’unico modo.
Tolgo il disturbo. Ho dimenticato di chiederle qualcosa?
«A parte che numero di scarpe porto, nulla, mi pare».
(517. Continua)
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