da Roma
Sette anni e quattro mesi di reclusione: ecco quanto chiede l'accusa per Luca Marmigi, l'uomo accusato di omicidio colposo, occultamento di cadavere e simulazione di reato per la morte di Paola Bianchi, la collaboratrice della Rai il cui cadavere fu trovato nascosto in un cespuglio al Gianicolo (Roma) la notte del 23 dicembre del 2003.
La richiesta è stata fatta dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dal sostituto Ilaria Calò al gup Maria Grazia Giammarinaro, davanti alla quale Marmigi viene giudicato con il rito abbreviato. Il difensore dell'imputato, Francesco Misiani, ha ribadito l'innocenza del suo assistito e sollecitato la sua assoluzione. Il cadavere di Paola Bianchi fu trovato nascosto dietro un cespuglio. Gli inquirenti, pur cambiando le contestazioni nel corso dell'inchiesta, hanno indicato in Marmigi il responsabile della tragica fine della giovane. Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe provocato la morte della giovane dopo averle dato un ansiolitico, il Diazepam, per farla calmare, e dopo una maldestra compressione sul torace praticata nel tentativo di rianimarla.
Tra i due, secondo laccusa, sarebbe infatti scoppiato un litigio dopo la decisione di lui di interrompere la loro relazione sentimentale.
«Non riesco a dimenticare e ad andare avanti - ha detto la madre della vittima, Lucia Treccioli -, ora voglio giustizia».
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