Uccise connazionale Confermata la pena al romeno in Assise

Uccise un connazionale a martellate, il 23enne romeno Gheorghe Marin figlio dell’ex convivente, facendone poi a pezzi il cadavere, probabilmente per non saldare un debito, e poi ne simulò il rapimento chiedendo un riscatto alla madre. Per questa vicenda Vasile Manea, 56 anni, fu condannato con rito abbreviato a 20 anni di reclusione dal gup Maria Agrimi il 12 marzo 2008. Ieri la I Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Antonio Cappiello, ha confermato questa condanna per le accuse di omicidio volontario aggravato, sequestro di persona, soppressione di cadavere e tentata estorsione. Ribadita anche la pena inflitta a tre anni e quattro mesi di reclusione per Gabriel Voico, 43 anni, il «telefonista» accusato di tentata estorsione.
L’inchiesta fu avviata il 13 luglio 2007 quando la madre di Gheorge Marin denunciò la scomparsa del figlio. La donna, Mariana Marin, badante di 50 anni, riferì di non avere notizie del figlio dal 6 luglio e di essere stata invece contattata, nel pomeriggio del 9 luglio, da un collega del figlio, Vasile Manea, che le riferiva di aver ricevuto telefonicamente una richiesta di riscatto di duemila euro per il rilascio di Gheorghe e di avere un appuntamento con l’uomo per quel giorno per dargli il denaro. All’appuntamento Vasile Manea trovò ad attenderlo anche i carabinieri che lo fermarono per sequestro di persona e tentata estorsione.

Secondo l’accusa Vasile uccise il ragazzo a martellate, poi ne fece a pezzi il corpo in una vasca da bagno, gettandone i resti in un cassonetto dei rifiuti e poi tentò di estorcere 2000 euro alla madre della vittima dicendo che il figlio era stato sequestrato da un gruppo di albanesi.

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