La Corte d'appello ha respinto la richiesta della difesa della ex premier ucraina, Yulia Timoshenko, di svolgere ulteriori indagini sul contratto per le forniture di gas siglato con la Russia nel 2009, per il quale l'eroina della Rivoluzione arancione è stata condannata in primo grado a sette anni di reclusione per abuso di potere. Le circostanze in cui si è svolto il processo hanno suscitato reazioni indignate in Occidente, fino a mettere a repentaglio il programmato accordo di partnership tra l'Ucraina e l'Unione Europea sulla base del mancato rispetto dei diritti dell'uomo.
«La Corte - ha detto il giudice Olena Sitailo - non vede i presupposti per svolgere un'inchiesta giudiziaria». I magistrati hanno quindi respinto la richiesta degli avvocati di Yulia Timoshenko di interrogare nuovi testimoni, sentire il parere di esperti diversi da quelli ascoltati nel processo di primo grado e analizzare ulteriori documenti».
Oleksandr Plakhotniuk, uno degli avvocati della ex lady di ferro, aveva insistito sulla «necessità di un'inchiesta giudiziaria completa» sostenendo che nel processo di primo grado non fossero state ascoltate «tutte le persone la cui testimonianza può aiutare a stabilire la verità».
Fa scandalo intanto la notizia, diffusa oggi, di un'imbarazzante prefazione a un libro sul KGB scritta nel 2002 da Viktor Yanukovich, l'attuale capo di Stato che di Yulia Timoshenko è l'avversario politico più duro. Nella prefazione al libro, che si intitola «Gli organi governativi di sicurezza nella regione di Donetsk», e che è stato scritto da due ex ufficiali del KGB, Yanukovich scrive che la polizia segreta sovietica «ha fermamente salvaguardato gli interessi del nostro popolo e del nostro Stato», lottando «contro l'estremismo politico, il sabotaggio e le attività criminali».
Anche se l'ufficio stampa di Yanukovich ha assicurato che «il presidente disapprova i crimini del KGB e dei servizi segreti precedenti», quelle pagine scritte nel 2002 potrebbero creargli non pochi imbarazzi.
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