Ullrich incastrato da un bonifico inviato a Fuentes

Le sacche di sangue prima, il dna poi, ora anche movimenti bancari mettono spalle al muro Jan Ullrich, il più grande ciclista di Germania. Non c’è pace per il fuoriclasse tedesco, finito nel tritacarne dell’«Operacion Puerto» e costretto a negare ad oltranza ogni suo addebito e soprattutto a cessare la propria attività di corridore professionista. Ignorato dalla Federazione tedesca, oggi è inseguito dalla Procura di Bonn e dalle interpellanze parlamentari della Bundestag.
Secondo gli inquirenti tedeschi, infatti, durante la sua carriera professionistica, Ullrich è stato cliente di Eufemiano Fuentes e al medico spagnolo - figura centrale dell’«Operacion Puerto» - ha pagato per i servizi offertigli mediante trasferimenti bancari di almeno 25mila euro. Ad affermarlo all'agenzia tedesca Dpa, in base alle prove acquisite, è stato il portavoce della Procura di Bonn che si occupa del caso. Ullrich all'inizio del 2004 versò sul conto corrente bancario di Fuentes 25mila euro, secondo quanto rivelato dal procuratore Jorg Schindler. All'inizio del 2006 poi la Procura ha registrato un altro movimento sospetto sul conto intestato all'ex ciclista della T-Mobile, ma non ha ancora potuto verificare l'esatta destinazione dei soldi trasferiti dal tedesco.

Inutile ricordare che da sempre il corridore vincitore di un Tour e di un oro olimpico ha sempre negato ogni addebito, dichiarandosi a più riprese innocente, anche se ad onor del vero, fino a questo momento non ha fatto nulla di concreto per dimostrare la propria innocenza, che di fatto è stata messa in dubbio per non dire di più, dal Dna eseguito dai periti del tribunale di Bonn, che questo inverno hanno dimostrato che il sangue contenuto in alcune sacche rinvenute nei laboratori di Fuentes erano davvero di Ullrich.

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