«La pazienza dei Paesi europei è ormai esaurita». È un vero ultimatum a Mosca e Kiev quello del premier ceco Mirek Topolanek, presidente di turno dellUe: il weekend sarà «lultima e migliore occasione per la Russia e lUcraina di provare che sono seri» nel voler risolvere la crisi del gas che da dieci giorni blocca le forniture di metano russo allEuropa e che sono «partner commerciali credibili». Altrettanto duro Vladimir Putin: «La posizione dellUe che mette sullo stesso piano Russia e Ucraina, costituisce di fatto un supporto a Kiev, che sta violando i suoi obblighi di transito». Ma le tensioni si sono stemperate ieri durante lincontro tra il premier russo e il cancelliere tedesco Angela Merkel: sul tavolo, la carta del consorzio internazionale tra i principali «clienti» che dovrebbe acquistare il gas tecnico necessario a tenere in pressione i gasdotti ucraini, consentendo la ripresa delle forniture. Laccordo tra i colossi europei dellenergia - Eni, E.On, Gaz de France - e Gazprom dovrebbe essere firmato oggi. «Ci sono già i tecnici al lavoro», ha detto lad di Eni, Paolo Scaroni. Un passo avanti verso lo sblocco della situazione, frenato però dalla bocciatura di Kiev: hanno detto no al progetto sia il presidente Viktor Yushchenko che la premier Iulia Timoshenko, e anche Naftogaz, la società controparte di Gazprom nella disputa. Oggi si terrà, comunque, il vertice di Mosca, voluto dal Cremlino, dove Bruxelles sarà rappresentata dal commissario allEnergia, Andris Piebalgs, e dal ministro dellEnergia ceco, Martin Riman.
Ma le notizie concrete potrebbero arrivare dal colloquio Putin-Tymoshenko: il premier ucraino non approva lidea del consorzio, ma è forse in peggiori rapporti con il suo presidente che con il collega russo.
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