Uni-Capitalia, le sinergie possono slittare

da Milano

Unicredit e Capitalia mettono le mani avanti sul percorso di fusione e accantonano complessivamente 934 milioni in vista di possibili controversie legali e revocatorie: per entrambe le banche, le cause più «ingombranti» riguardano Cirio e Parmalat. L’integrazione e le sinergie attese «potrebbero essere raggiunte nei tempi e negli ammontari diversi da quelli inizialmente previsti», scrivono le due promesse spose nel documento informativo a servizio delle assemblee.
A fine mese sarà al vaglio dei soci la fusione, che presenta «significative sfide manageriali» aggiungono Unicredit e Capitalia, confermando l’obiettivo di raggiungere 758 milioni di sinergie nette nel 2010: è in corso in questi giorni il confronto con i sindacati sui previsti 5.000 esuberi volontari.
Quanto ancora all’aspetto legale e alle revocatorie, sempre in base al documento informativo congiunto consultato dall’agenzia Radiocor, a fine marzo il gruppo milanese aveva accantonato 540,4 milioni e Capitalia 393,6 milioni. Il testo è stato portato a conoscenza della Consob che ne ha chiesto modifiche di lieve entità. La Commissione dovrà poi dare un giudizio di equivalenza del documento a un prospetto informativo: il parere sarà steso nei giorni che separano l’ok alla fusione dei soci dal perfezionamento delle nozze.

Quando si scioglierà anche il patto di sindacato di Capitalia. Per il gruppo Unicredit le altre cause rilevanti riguardano Bank Austria con la Treuhandanstalt e la controversia avviata da Divania srl nei confronti di Unicredit Banca d’Impresa.

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