«I Korn sono il gruppo che porta l'idea di crossover alla sua forma definitiva», spiegava una decina di anni fa Claudio Sorge, storico direttore-deus ex machina di Rumore, uno dei mensili più quotati in abito rock. «Riescono infatti ad unire con naturalezza i groove tipici dellhip hop con le più devastanti chitarre heavy metal e rock».
Da allora, anche per la banda californiana, che ha fatto del furore selvaggio, gotico e sinistro, la propria cifra stilistica, ne è passata di acqua sotto i ponti.
Tra tanti momenti indimenticabili (un paio di Grammy Awards, vendite milionarie, la registrazione di un disco senza spina per i tipi di Mtv) e non pochi cambi di formazione.
In effetti, negli ultimi anni il chitarrista e il batterista degli esordi sono usciti dal gruppo, ma i Korn, per quanto descritti dalla critica specializzata in chiara fase discendente, vanno avanti per la propria strada. E, come attesta l'ottavo album, Untitled, continuano a «macinare» quel rumorosissimo sound ad alto tasso di testosterone che li ha resi campioni della prima ora del nu metal, ideale punto di incontro fra heavy metal, industrial, elettronica e hip hop.
Musica arrabbiata e muscolare al tempo stesso, in cui c'è spazio solo per qualche melodia qua e là, che deve molto alle interpretazioni sofferte e a tutta gola del cantante Jonathan Davis.
A precedere i Korn, alle prese con il «Bitch, we got a problem tour», due supporter band: Flyleaf e Deathstars.
Korn
DatchForum di Assago
domani, ore 21
ingresso 35/26 euro.
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