La vacanza del Wwf e il canto «Bella ciao»

Gentile Direttore,
in un articolo comparso sul suo giornale dal titolo «E in vacanza col Wwf si canta “Bella Ciao”» e pubblicato il giorno 22 luglio 2007, accogliendo la segnalazione di un partecipante, si mette in discussione piuttosto pesantemente la gestione dei campi estivi organizzati dal Wwf e la correttezza degli animatori, accusati di «indottrinare politicamente» i ragazzi a loro affidati.
Innanzitutto è bene precisare che il Wwf, come tutti sanno, è un'associazione internazionale che ha nel suo statuto l'impegno di assoluta apartiticità della propria azione. La totale indipendenza dai partiti è garantita anche dal fatto che chiunque detenga una carica nel Wwf deve rassegnare le dimissioni al momento stesso di accettazione di una candidatura in qualsiasi organismo elettivo (Comune, Provincia, Regione, Stato e Unione Europea), indipendentemente o meno dalla eventuale elezione. Fatta questa precisazione, che da sola crediamo basti a chiudere la vicenda se non altro per la fiducia che ci viene riconosciuta da quarant'anni, per dovere di cronaca abbiamo raccolto le dichiarazioni della nostra Responsabile del campo e desideriamo precisare quanto segue: «Tutte le sere, a bordo, si cantavano in coro le più disparate canzoni. Alcune volte si è cantato “Bella Ciao” su richiesta di un ragazzo francese, che in italiano conosceva solo questa canzone, e quindi era funzionale a far crescere il coinvolgimento di tutti i ragazzi partecipanti e l'armonia all'interno del gruppo».
Teniamo a sottolineare inoltre che, ovviamente, le selezioni per gli animatori non hanno sfondo ideologico di alcun genere o natura, e di conseguenza anche i nostri animatori, come i partecipanti, sono un gruppo eterogeneo con diverse collocazioni politiche. Non ci risulta inoltre alcun cenno a «Fischia il vento» e smentiamo categoricamente l'episodio del saluto a pugno chiuso, come invece si sottolinea nell'articolo. L'intera vicenda ci sembra, comunque, che potesse essere vissuta in modo più consono interpellando i diretti interessati, in aperto dialogo contattando i nostri uffici. Facciamo presente che restiamo profondamente colpiti dal fatto che non ci sia stata alcuna forma di interlocuzione con un'associazione come Wwf, per verificare e chiarire veridicità, modi o termini della vicenda. Ci sembra che l'esposizione di una verità soggettiva, priva di qualunque contestualizzazione e soprattutto di confronto e verifica, torniamo a dirlo, tutto sia fuorché una corretta, responsabile e limpida informazione. La preghiamo pertanto di voler pubblicare questa missiva sul quotidiano da Lei diretto, al fine di fare chiarezza sull'operato del Wwf e smentire così le affermazioni dal tono diffamatorio. Con l'occasione, Le porgiamo i nostri saluti.


Il racconto del giovane partecipante ai «campi avventura» del Wwf era perfettamente circostanziato e avvalorato dalla sua famiglia, in nessun modo portatrice di interessi o modelli contrapposti all’associazione, tali da richiedere un contraddittorio, come dimostra la stessa adesione alla vacanza.

La versione del ragazzo è stata riportata - come tale - con la massima fedeltà, senza eccedere in dettagli che potessero far risalire al minore, ma senza animosità nei confronti dell’associazione del cui punto di vista prendiamo volentieri atto.
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