La Val Graveglia va a funghi e trova un nuovo consorzio

Mezzanego e Ne si preparano alla prossima raccolta L’obiettivo è ottenere per il porcino il marchio Igp

La Val Graveglia va a funghi e trova un nuovo consorzio

Tempo di funghi e tempo di consorzi che mettano le briglie ad una raccolta ai resti e monetarizzino la preziosa risorsa. Mezzanego e Ne, in Val Graveglia, ne sanno qualcosa. Boschi prodighi e battuti, i cui proprietari da tempo ne chiedono la regolamentazione. Urgenza accolta dalla Comunità Montana Aveto-Graveglia-Sturla che a ridosso dell'apertura di stagione, promettente, attiva un Consorzio rispettoso delle norme vigenti: tesserino rilasciato da rivenditori autorizzati, Comuni e Comunità Montana e tabelle che individuino le aree di raccolta. In tutto un centinaio di chilometri quadrati che vantano un porcino storico nelle sue declinazioni, che la Comunità vorrebbe valorizzato dall'IGP (indicazione geografica protetta). Tradotti fanno un bel po' di chili che mica ti puoi portare via così. Questione d'appartenenza e di terra che non è solo possesso. Ecco lo strumento del consorzio, già collaudato dai comuni vicini: «Ci lavoriamo da un paio d'anni - spiega Danilo Repetto, presidente Comunità Montana - Ma perno del sistema è che il denaro raccolto sarà utilizzato in opere di miglioramento boschivo e ambientale». Tant'è che all'operazione hanno aderito una ventina di consorzi di proprietari «sorti spontaneamente in loco negli anni per migliorare il territorio gestendone gli acquedotti irrigui e potabili, i beni frazionali e costruendo strade interpoderali».
Perché a Ne, Statale e Reppia sopravvive quel concetto di «comunaglie» su cui si resse l'economia locale e il presidio dei boschi in passato, con spazi di tutti su cui approvvigionarsi di legna e frutti del bosco. «Questi stessi consorzi stanno completando la tabellazione dell'area di raccolta e Comuni e Comunità Montana rilasciando i tesserini. Ma i primi che devono rispettare le regole sono i proprietari dei fondi» insiste Repetto che scorre la normativa.
Il quantitativo massimo di raccolta è di 3 chili a persona (salvo il caso di unico esemplare di peso superiore), mentre per l'ovulo ci si ferma ad un solo chilo. I proprietari, usufruttuari e affittuari delle aree possono andare a funghi tutti i giorni; per gli altri la raccolta è ristretta a martedì, giovedì, sabato e domenica. Nessuna gabella per gli over 70 se risiedono nei due Comuni del consorzio. Per i residenti di Mezzanego e Ne il tesserino giornaliero è di 3 euro, il settimanale 8, il mensile 20 e l'annuale 40; contro rispettivamente i 7, 20, 60 e 100 euro per i non residenti. «È prevista una tariffa speciale di 10 euro - precisa Repetto - per il tesserino triennale rilasciato solo ai proprietari, usufruttuari, affittuari e loro familiari autorizzati. Per informazioni e modulistica basta consultare il sito www.comunitamontana.avetogravegliasturla.ge.it ». Vigilanza garantita da Polizia Provinciale, Municipale e Guardie ecologiche.
I cercatori di funghi incassano a mo' di giocatori di poker. E i proprietari si tutelano nella ridda di consorzi che popolano le valli limitrofe: «Borzonasca ne ha due:Monte Aiona e Alta Valle Sturla; il Parco gestisce le aree demaniali, Rezzoaglio ne ha uno e quello del Monte Penna controlla la Valle di Amborzasco».
Su tutto, l'ambizione di ottenere l'IGP per il porcino della Comunità Montana Aveto, Graveglia e Sturla, prolifico a Semovigo, Carnella, Buelegno e Statale: «Una relazione storica di Sandro Sbarbaro sul nostro porcino lo fa risalire al 1300 e ai monaci che lo utilizzavano.

Nell'800 gli emigrati negli Stati Uniti ricevevano da qui lettere di accompagnamento a pacchi contenenti funghi». La relazione storica c'è, mancano quella su terreno e qualità del fungo, «poi siamo pronti per la richiesta alla Comunità Europea».
Un valore aggiunto per ribadire la fedeltà d'un territorio alle sue radici.

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