Antonio Lodetti
Si considera «un pescatore di pezzi di vetro, un bifolk che ama il vecchio blues di Robert Johnson e i canti sociali di Woody Guthrie». Van De Sfroos è nato nel posto sbagliato; in America sarebbe già un monumento come Bill Monroe (linventore del genere bluegrass) o Zachary Richard (il cantore dei cajun della Louisiana). Da noi comunque si sta togliendo le sue belle soddisfazioni; a metà tra personaggio di culto e star, ha piazzato il suo ultimo album Aquaduulza nei piani alti delle classifiche italiane e i suoi concerti sono presi dassalto da fan fedelissimi e da nuovi adepti del suo stile colorito che ingloba nella ballata blues, country, rock, melodia popolare.
Le prime canzoni le cantava in corriera, su e giù lungo il lago di Como; il primo concerto lo ha tenuto «per quattro gatti» sotto la magnolia di Azzano di Mezzegra. Poi sono arrivati i tour (persino quello europeo), i concerti al Piccolo Teatro e quelli nei Palazzetti (sempre strapieni), insomma non è una novità vedere Van De Sfroos sui palcoscenici di Milano e dintorni ma ogni suo concerto è una sorpresa, e lo sarà anche quello di mercoledì al Teatro Smeraldo.
«Io non scrivo canzoni solo per il gusto di mettere in fila delle parole e cercare di venderle e questo la gente lo capisce. Provare a suonare buona musica oggi è quasi un reato: andrebbe tutelata come il tartufo nero». Così lui scende in campo con larma tagliente dellironia, prendendo spunto dalla poesia nei brani - profondi e intensi - dellultimo lavoro Aquaduulza, satireggiando con i suoi classici come I cauboi o Sgaraunda, rielaborando ballate epiche come Franks Wild Years di Tom Waits che diventa la paesana (ma non meno drammatica) I ann selvadegh del Francu. «Ognuno ha la sua percentuale di maledizione, Waits sulle strade americane, io in mezzo ai monti con contrabbandieri, giocatori di carte, ubriaconi, varia umanità».
Nel suo repertorio però non mancano ballate commoventi e pensose, in prima linea Sciur capitan, Pora Italia, Cara Madonna elaborazione dellAve Maria di Schubert. Il suo show è un intrigante e disinvolto incrocio di mood differenti che spaziano dal cabaret allintimismo, dalla poesia al blues al canto di protesta. «Sono un disadattato sia nellarte che nella politica, nel senso che mi sento libero nel senso più completo del termine».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.