Varese Braccio di ferro fra big In campo Cattaneo e Maroni

Che succede a Varese? Sarà il miele dei boschi della Pedemontana, insieme all’epopea fondativa del Carroccio che ne fa da sempre la sua città di nascita. Ecco, un po’ questo e un po’ quello, la terra insubre è diventata luogo di scontro tra big. Sindaco amato della città è il leghista Attilio Fontana, che governa con il Popolo della libertà. Un’alleanza che, secondo l’esito dell’ultimo consiglio federale leghista, dovrebbe essere confermata. Con una novità, non di poco peso: la discesa in campo del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, possibile capolista alle amministrative di Varese.
Il problema sono i mal di pancia del Pdl, che non digerisce le mani libere della Lega nei comuni non capoluogo. E adesso anche il Pdl cala l’asso, il pezzo da novanta per sparigliare la partita. Si tratta dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, che alle ultime elezioni ha rastrellato ben quindicimila preferenze. Molti leggono la mossa come un tentativo di alzare la posta, ma è certo che il nome di Cattaneo ha il suo peso, così come quello del senatore Antonio Tomassini, altro nome forte dell’area.
Il sindaco Fontana non sembra particolarmente allarmato: «Sono pronto a scommettere quello che vuole che Cattaneo non si candiderà mai a Varese: oltretutto essere sindaco è incompatibile con la carica di consigliere regionale». Ironizza: «Magari si candidasse! Questo è un lavoro difficile, impegnativo e senza risorse». Fontana non esclude affatto la presenza del ministro dell’Interno alle amministrative: «È probabile che Maroni sarà capolista».
Il coordinatore regionale, Mario Mantovani, dopo un colloquio con Umberto Bossi, è ottimista sugli accordi e resta in attesa di un confronto con Giancarlo Giorgetti per mettere a punto il mosaico anche a Busto Arsizio e soprattutto a Gallarate, vero epicentro dell scosse telluriche, perché qui il sindaco Massimo Bossi (Pdl) governa senza l’appoggio leghista. «La gente vuole stabilità, è soddisfatta dell’alleanza tra Pdl e Lega e ci faremmo solo del male a contarci. Siamo in ottimi rapporti con Renzo Bossi e gli altri consiglieri del varesotto, sarebbe assai spiacevole dovergli fare campagna elettorale contro» osserva il berluscones Giorgio Puricelli, originario di Samarate e presenza fissa dei vertici in zona.
Difficile ipotizzare una reale candidatura di Cattaneo, se non altro perché le sue dimissioni comporterebbero il subentro al Pirellone di Luca Ferrazzi, leader del Fli nel Varesotto. Ma Cattaneo è battagliero: «Il Pdl non è un interruttore che accendi e spegni a piacimento.

Se la Lega deciderà di correre da sola, il Pdl ha lo spazio politico per candidare uomini forti e anche per aprire alleanze con tanti soggetti a Varese, dalla sinistra al Fli». La convinzione è che la corsa solitaria non convenga neppure alla Lega. Come ricorda Cattaneo, «a causa delle divisioni nel centrodestra, a Saronno ha vinto un sindaco di sinistra». A buon intenditor poche parole.

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