Torino - "Fare un’Italia nuova. È questa la ragione del partito
democratico".
Così Walter Veltroni inizia il suo discorso al Lingotto di Torino, accettando, di fatto, la nomina a leader del Partito democratico ma spiegando subito che la scelta del futuro leader della coalizione sarà fatta con le primarie, a tempo debito. Veltroni mette le mani avanti, da politico navigato qual è sa bene che è meglio aspettare, godendosi il momento di gloria senza rompere le uova nel paniere a Prodi. E soprattutto senza andarsi a bruciare con il fuoco delle polemiche roventi in cui si trova il governo. Dopo aver ricordato alla platea che il Pd "è
la grande forza riformista che l’Italia non ha mai avuto", arriva il colpo a effetto: la citazione sulla Rivoluzione francese, con il rilancio del principio "una testa un voto".
Veltroni indica proprio in questo una delle novità del nuovo partito che sta per nascere. "Sono convinto - afferma - che il 14 ottobre sarà una giornata importante per la democrazia italiana. Nasce in forma del tutto nuova, un partito nuovo. Non era mai accaduto prima". E come primo impegno per il Pd indica "il pieno, coerente e deciso sostengo all’azione del governo Prodi". Dopo tanto buonismo e ringraziamenti a destra e a manca una prima stoccata Veltroni la rivolge alla sinistra radicale, intervenendo su un tema ancora caldo, la Tav: "Pensiamo ad un ambientalismo, che rifiuta la logica del no a tutto. Non si può dire no all’Alta velocità, se l’alternativa è il traffico che inquina".
Realistica una riduzione della pressione fiscale "Realistica una riduzione delle tasse nei prossimi tre anni" grazie alla stabilizzazione dei conti pubblici che il Governo sta realizzando. Veltroni ha sottolineato che occorre "un profondo ripensamento" del sistema fiscale. Finora, ha ricordato Veltroni, si sosteneva che "il principio pagare meno pagare tutti è stato interpretato nel senso che solo quando tutti pagheranno tutte le tasse si potranno abbassare le aliquote, ma i risultati di questi anni non si sono dimostrati a favore di questa strategia, proviamo dunque a pensare di toccare contemporaneamente questi due tasti". Il futuro candidato alla guida del Pd cita l’esempio delle aliquote sugli affitti: "Se si fissasse al 20% l’aliquota e si permettesse una detrazione per chi la paga uscendo dal nero cominciando da giovani coppie e studenti" si potrebbe evitare "una caduta del gettito troppo pesante".
Legge elettorale, riforma urgente o referendum "Da noi tutto è frammentazione e la legge elettorale attuale ha favorito l’ingovernabilità. Ma la
democrazia è decisione, certo è ascolto e ascolto ma alla fine è decisione". Per Veltroni serve "una
legge elettorale che guardi lontano deve garantire quattro punti: il contrasto della
frammentazione, la stabilità della legislatura, la rappresentatività del pluralismo, la scelta del
Governo da parte dei cittadini". Lo sostiene Walter Veltroni, secondo cui serve "un Governo
che abbia poteri per essere tale e che non pretenda di essere esso stesso assembleare"
La svolta "morattiana" sulla sicurezza "La sicurezza è un diritto fondamentale, non ha colore politico, non è nè di destra nè di sinistra e chi governa ha il dovere di garantire integrazione e legalità". Per Veltroni bisogna accogliere gli immigrati che vengono in Italia per integrarsi e lavorare, ma "vanno garantiti alla giustizia gli extracomunitari che commettono reati". Poi la battuta che ricorda, da vicino, quanto richiesto nei mesi scorsi al governo dal sindaco di Milano Letizia Moratti: "Ci vogliono più forze di sicurezza sul territorio in modo che i cittadini onesti possano avvertirne la presenza sul territorio".
Parisi: "Prima il partito poi il leader" "Personalmente ritengo che noi abbiamo bisogno di un partito, che la scommessa che si è aperta è la costruzione di un partito che sceglie un leader, non di un leader che sceglie il partito". A margine di un’informativa alla Camera sul Libano, il ministro della Difesa Arturo Parisi parla con i cronisti del Partito democratico e della candidatura alla segreteria di Veltroni. "Abbiamo seguito un percorso - spiega - che immaginava che prima fondassimo un partito e poi avanzassimo la candidatura agli elettori, sapendo che l’appuntamento con le elezioni è tra quattro anni. La dinamica che si è messa in moto sembra rovesciare la sequenza, orientata a scegliere il candidato come il candidato per le elezioni e, a partire da questo, riconoscerlo come leader del partito".
Fassino: discorso da leader politico "Un discorso molto forte, un discorso di un leader politico che ha parlato all’Italia e agli italiani, un discorso che dimostra come il Partito democratico possa essere lo strumento per restituire a questo Paese speranza e fiducia". Così il leader dei Ds Piero Fassino, che ha seguito in prima fila al Lingotto l’intervento di Veltroni, commenta a caldo le sue parole. Un discorso, ha detto ancora Fassino, che dimostra "come il Partito democratico voglia essere lo strumento con cui affermare innovazione, riforme e cambiamento; restituire certezze ai tanti che oggi nella loro vita certezze non ne hanno a partire dai giovani. Un discorso - ha proseguito - che dimostra che Veltroni è un leader che sa bene interpretare le ansie e le aspettative degli italiani. Direi che il discorso che ha fatto, il tono e i contenuti che ha proposto, il respiro, la visione che ci ha dato, ci dice - ha concluso - che il Partito democratico può essere davvero lo strumento per un’Italia nuova".
E Prodi ringrazia Il
presidente del Consiglio Romano Prodi, a quanto si è appreso, ha chiamato al cellulare Walter Veltroni e gli ha fatto i complimenti per il discorso. "Compimenti e grazie", gli ha detto esprimendo il suo apprezzamento.
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