Claudia Passa
da Roma
Chissà come mai Walter Veltroni, che solitamente non perde occasione per dare mostra della sua filantropia e della sua attenzione verso i più sfortunati, questa «buona azione» lha tenuta per sé. Eppure due milioni di euro non sono bruscolini, lemergenza abitativa è un male assai diffuso e la decisione di destinare una fetta del bilancio a circa duecento senzatetto dovrebbe esser cosa di cui andare fieri, soprattutto quando - dice sempre Veltroni - è il governo ad affamare gli enti locali. E se le liste dattesa per le case invece di accorciarsi si allungano bisogna chieder conto solo a Palazzo Chigi.
E invece no: il primo cittadino della capitale, nonostante le cesoie di Berlusconi e Siniscalco, i soldi stavolta sembra averli trovati per davvero. Peccato che a beneficiarne non saranno le tante famiglie che, confidando nella legge, aspettano che arrivi il loro turno in graduatoria, bensì circa duecento «okkupanti» dellextrasinistra capitolina, da due anni asserragliati abusivamente in un immobile privato in via Caltagirone, zona San Giovanni. I quattro miliardi di vecchie lire arriveranno direttamente dal bilancio, per il quale la Giunta ha licenziato una proposta di variazione mirata a «fronteggiare lemergenza abitativa» stanziando «maggiori risorse per consentire di locare limmobile sito in Roma, Via Caltagirone 6 - 6/A che, per il secondo semestre 2005 ammontano a euro 396.635,76 e per ciascuna delle annualità 2006 e 2007 euro 793.271,95». Un provvedimento passato sotto silenzio nelle more della calura estiva, se non fosse stato per la denuncia di un consigliere dellopposizione, Marco Marsilio (An), che ha definito la proposta di delibera una «cambiale» pagata allestrema sinistra a garanzia della pax veltroniana che ha fruttato allesponente dei Ds quattro anni di regno pressoché indisturbato. Una «sanatoria» a spese dei cittadini con decorrenza quasi immediata, dunque. E anche se il Comune di Roma per salvare la faccia decidesse di assegnare gli appartamenti presi in affitto attraverso regolari graduatorie, spiegano gli addetti ai lavori che lostacolo potrebbe essere presto aggirato, attribuendo punteggi inarrivabili a coloro che già si trovano dentro limmobile. Ovvero ai militanti di Action, punta di diamante dei disobbedienti romani, vicinissima a Nunzio DErme. Fatta la legge, trovato linganno. Anche perché evidentemente Veltroni non ha tempo da perdere. E soprattutto non ha alcuna intenzione di rischiare il bis di quanto accaduto appena due mesi fa, stessa strada e stesso civico, quando un «pattuglione» della polizia presentatosi allalba per sgomberare limmobile con un mandato della magistratura nelle mani e il capo della Digos di Roma in persona a dirigere le operazioni, ha dovuto far dietrofront perché ad accoglierlo aveva trovato - grazie a una «soffiata» - centinaia di attivisti dellestrema sinistra in assetto da guerriglia, e a far da sponda esponenti politici locali e parlamentari di Rifondazione comunista.
Lo stesso giorno, a pochi metri di distanza, un altro sgombero veniva rinviato, questa volta a carico di unassociazione culturale vicina ad Alleanza nazionale. Ma a differenza degli «okkupanti» di Action, i ragazzi del Foro 753 non hanno trovato un sindaco munifico pronto ad aprire i cordoni del bilancio e, qualche settimana dopo, lo sgombero è arrivato puntuale come un orologio. Mentre per gli abusivi dellextrasinistra Veltroni conduceva la sua trattativa in Campidoglio con Nunzio DErme e Guido Lutrario, già noti per l«esproprio proletario» di alcuni mesi fa, che a entrambi è costato qualche guaio con la giustizia. A prendere la situazione in mano è arrivato al dunque il prefetto Achille Serra, che in una riunione del comitato per lordine e la sicurezza ha fissato lultimatum indifferibile del 10 luglio per sanare labuso e trovare un accordo con la proprietà dellimmobile, pena lo sgombero immediato. Cè da scommettere che entro quella data la proposta di variazione al bilancio - della quale in prefettura non sanno ancora nulla - sarà divenuta operativa.
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