da Milano
Pietro Giuliani, presidente del gruppo Azimut. «Vuole una provocazione? Se oggi in Italia qualcuno vende un immobile perdendoci il 20% fa laffare della sua vita! Da noi cè una bolla ancora inespressa, negli ultimi 5 anni si è investito in costruzioni e ristrutturazioni che oggi non hanno riscontro nel loro reale valore, inferiore del 50% a quello che credono i possessori. La metà. Si tratta di capire se, come negli Stati Uniti, questa bolla verrà fatta scoppiare, oppure, come in Giappone, si preferirà far scivolare il mercato del 2-3% allanno, per 10-15 anni, provocando una depressione strisciante che, anche se meno traumatica, non fa bene alleconomia. Se gli immobili, in buona parte del mondo (Italia compresa) sono il vero problema, le occasioni oggi si trovano sul mercato azionario. Perché chi è stato costretto a vendere ha scaricato sul mercato azioni cattive ma anche quelle buone, deprezzandole. Ma attenzione: il prezzo di mercato di unazione non è il suo valore; il valore è quello reale, reddituale. E oggi la massa delle azioni, in tutto il mondo, vale il doppio degli attuali prezzi di Borsa. Meglio le azioni delle obbligazioni, perché non si conosce ancora bene levoluzione dei tassi né la variabile inflattiva, già visibile prima che scoppiasse la crisi. In sintesi direi: vendere gli immobili, o tenersene bene alla larga. Giudizio neutrale sulle obbligazioni: né comprare né vendere.
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