La vendita dell’ippodromo fa trottare le bugie

«Grandi affari pre-elettorali, l’Ippodromo del Trotto è stato venduto». Il capolista dei Verdi, alleato con il candidato sindaco della sinistra Giuliano Pisapia, convoca una conferenza stampa davanti a Palazzo Marino per denunciare l’affaire. E «l’allarme del mondo dell’ippica». Apprendiamo, riferisce Enrico Fedrighini, che la società che ha acquistato da Snai la proprietà del Trotto «si chiama Consorzio San Siro 2000, presieduta da Roberto Ruozi (Banca Mediolanum), amministratori delegati sono Pierfrancesco Barletta e Alfonso Cefaliello che sono anche rappresentanti di Inter e Milan e nel cda siedono diversi rappresentanti delle due squadre e dirigenti della Saras». Cioè, della società petrolifera che appartiene alla famiglia Moratti, Massimo e Gianmarco, uno marito di Milly - candidata anche lei con una lista di stampo ambientalista al fianco di Pisapia - e l’altro del sindaco Letizia. Che Massimo sia anche il patron dell’Inter è più che noto. Non è un caso che la prima replica secca arrivi proprio da Milly, «una notizia assolutamente priva di fondamento, anzi bisognerebbe chiedersi come mai venga tirata fuori proprio adesso, a due settimane dalle elezioni». I verdi denunciano che «per una cifra fra i 60-70 milioni di euro la nuova proprietà di Snai» (proprio ieri mattina si è insediato il nuovo cda, dopo il passaggio a gennaio del pacchetto di maggioranza ai fondi Investindustrial e Palladio) «si è privata di uno dei pezzi pregiati del quartiere ippico, aprendo la strada a una trasformazione irreversibile del luogo dove Varenne e altri purosangue hanno fatto la storia. Il calcio sfratta l’ippica, si materializza il famoso progetto del quarto anello di San Siro, ci saranno residence, ristoranti, negozi, un divertimentificio accanto allo stadio». Sostiene che gli impianti sono «oggetto di tutela monumentale» e «non è stata seguita la procedura di legge che prevede il diritto di prelazione da parte di Stato, Regione e Comune». Quindi invita il sindaco a fare ricorso. Ce n’è per mettere in difficoltà (elettorale) le due Moratti in un colpo solo. Ma Berletta e Cefaliello, ad di Inter e Milan, smentiscono: «Le dichiarazioni circa una presunta trattativa per l’acquisot del trotto da parte del Consorzio sono destituite di ogni fondamento, non esiste, non è previsto e non è stato neppure ipotizzato alcun acquisto e auspichiamo che chi ha responsabilità pubbliche possa in futuro verificare le notizie prima di diffonderle». Anche dalla Snai conferma la versione aggiungendo che «non ci sono arrivate nemmeno manifestazioni di interesse». Figurarsi un atto di vendita contro cui fare ricorso. E l’assessore all’Urbanistica del Comune, Carlo Masseroli, precisa che peraltro «non esiste alcun vincolo monumentale sul Trotto». E semmai si verificasse sul serio il piano ipotizzato da Fedrighini, «sarebbe una trattativa tra privati ma il progetto dovrebbe passare dal consiglio comunale». Anche se il Piano di governo del territorio non ha posto un vincolo, ma solo dato l’indirizzo ai proprietari di realizzare strutture funzionali allo stadio. E Masseroli sarebbe favorevole all’acquisto da parte dei club, «il trotto da anni cerca di trasferirsi fuori Milano, mentre la creazione di una villaggio dello sport che faccia vivere il quartiere tutti i giorni e garantisca alle società i fondi per rendere il Meazza un impianto in grado di ospitare coppe internazionali sarebbe un buon compromesso».

Fedrighini non si arrende, «smentiscono perché non vogliono che le manovre immobiliari escano adesso, ma vedrete dopo le elezioni». L’assessore aggiungerebbe un «magari».
Il Comune sta definendo invece il piano per trasferire gli uffici di largo Treves e via Porpora in uno stabile ex Telecom in viale Jenner.

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