Venire spiati ormai è diventato uno status symbol

Venire spiati ormai è diventato uno status symbol

Io mi domando e dico, anzi scrivo: ma perché nessuno mi intercetta? Che razza di democrazia moderna è questa? E siamo ancora qui a chiederci se le intercettazioni siano di destra o di sinistra, il male o il bene, liberali o totalitarie? Con Piero Ostellino che sul Corriere della Sera si domanda come mai nella Germania dell’Est i cittadini erano contenti di essersi liberati dalle intercettazioni, mentre «in Italia gran parte degli intellettuali, dei media, della classe politica, dei cittadini comuni è entusiasta dell’idea di sapere che cosa pensano e dicono al telefono “gli altri”», e alla fine attribuendo la colpa a una «malintesa idea di democrazia liberale», dove lo Stato viene visto come «papà-padrone». O come chi dice che altrove, all’estero, si intercetta meno, e allora? Sono meno evoluti, più selvaggi, qui da noi la magistratura colma la lacuna dello Stato di diritto, e i giornali fanno il resto. Insomma, c’è bisogno di scomodare la politologia quando la questione è molto più spicciola?

Basti pensare a quanto era noiosa la prima Repubblica delle convergenze parallele, le finanziarie, i serpenti monetari, gli anni di piombo, le Br, gli scioperi, il politichese, le scale mobili, i pentapartiti. Negli anni Ottanta c’era «la Milano da bere», ma chi non beveva poteva solo immaginare, applicarsi, fare lo sforzo della fantasia. E ammettiamolo, appena saltano fuori intercettazioni di ordinaria amministrazione o banalissima corruzione, appena si riportano le telefonate di due faccendieri, chissenefrega, se ne occuperà la magistratura, e se ne è accorto anche Santoro che non tirano, infatti si è dovuto inventare le fiction per farle assomigliare al Padrino e far sentire un minimo di fumo quando manca l'arrosto. Ci piacciono le intercettazioni sessuali, è per questo che su internet i siti porno sono i più cliccati, e il genere voyeur e amateur va per la maggiore. Su Youporn si mettono i propri video privati, perché l’intimità è più intima se la vedono in milioni di persone.

Così quante paginate appena spunta una escort, un trans, un letto grande, un sottoscala, un centro massaggi, si va avanti per settimane, finché c’è trippa per gatti. Si noti che il voyeurismo da intercettazione funziona in ambo i sensi del do ut des, è doubleface, è un binocolo teoricamente e auspicabilmente rigirabile, e crea frustrazioni, ci si sente bistrattati dalla mancanza di attenzione. Se non si riesce a andare all’Isola dei famosi, fosse anche tra i non famosi, o al Grande Fratello, spiati in una bellissima apposita casa, o dalla De Filippi, a consegnare una busta privatissima a qualcuno, ci si arrangia mettendo tutta la nostra vita su Facebook: vacanze, mamme, mariti, fidanzati, bambini che sputano pappine, cuoricini, appuntamenti, bisognini, e tette e culi come in televisione, come all'Isola dei famosi e dei non famosi, sperando che qualcuno ci spii.

Gli «amici» su Facebook corrispondono al numero di guardoni che si è in grado di incamerare, sono il pubblico degli sfigati. Facebook è stata una grande invenzione del capitalismo, prima si era costretti a aprirsi un blog e si era troppo scopertamente esibizionisti, invece Facebook dà meno nell’occhio, ce l’hanno tutti, possiamo avercelo e perfino lamentarcene.

Le intercettazioni al contrario restano uno status symbol, un privilegio di pochi, compensate solo dalla possibilità di poterle leggere sui giornali seri, come le riviste scandalistiche ma ancora di più di Dipiù. Sicché non chiedetevi perché Berlusconi, perseguitato da anni dalla magistratura, non riesca a farsi dare dai servizi segreti un telefonino criptato, è ovvio, non ci pensa proprio, non vuole rinunciare a un lusso. Nel suo intimo pensa: e se poi intercettano qualcun altro, che figura ci faccio? Sebbene l’ultima volta non ci sia piaciuta, e che cavolo, lo intercettate per farci sentire Silvio che dice all’authority delle comunicazioni le stesse cose che denuncia in pubblico riguardo alla televisione pubblica? Che razza di intercettazione è? Che si fa, si torna indietro? Per essere di Trani si sono impegnati, per carità, ma sono arrivati in ritardo e male, siamo abituati bene, noi.

George Orwell si era sbagliato, il Grande fratello siamo noi, e la più grande vessazione alla privacy è che, non intercettandoci, violano solo quella degli altri, in questo non c’è democrazia. Ecco perché riscuote consensi Antonio Di Pietro, altro che posti di lavoro, altro che meno tasse: lui offre più intercettazioni per tutti. È per questo che i reality occupano i palinsesti e non lasciano spazio a altro e ormai non si distinguono dalle trasmissioni politiche, che si sono adeguate.

È per questo che sia la sinistra che la destra sono titubanti nel varare una legge sulle intercettazioni, sebbene sia la sinistra che la destra l'abbiano invocata, a seconda di chi era l'oggetto delle intercettazioni del momento: hanno paura di perdere consensi.

Inoltre la sinistra spera di essere intercettata, altrimenti saranno sempre dei politici di secondo piano, sfigatissimi. Perché il limite della nostra libertà finisce dove inizia la libertà di farsi i cazzi altrui, sperando che qualcuno, prima o poi, si faccia i nostri.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
ilGiornale.it Logo Ricarica