Cultura e Spettacoli

Ventisei metri quadrati di grigio pro-capite

NEW DELHI, 26 giugno 2046. Con oltre 26 metri quadrati di grigio pro-capite, sono gli indiani a detenere il record mondiale di spazio fertile. Le aree grigie del Paese che si trovano alla periferia delle città, da qualche anno vengono affidate dai Governatorati federali alle persone che ne fanno richiesta. Le terre grigie, le uniche che, dopo la Grande Perturbazione del 20 dicembre 2024 possono essere coltivate, occupano circa il 30 per cento dell’India non montuosa e si stanno rivelando una grande risorsa per la nazione, che ha negli ultimi anni incrementato le esportazioni di prodotti agricoli in tutto il Secondo Impero.
«La Grande Perturbazione - ha detto il Sovrintendente al Benessere, Gheorghios Panamysotoo - si è rivelata per noi letteralmente una manna dal cielo. Soprattutto perché ci ha permesso di introdurre molte colture nuove». Le piogge grigie che vent’anni fa caddero ininterrottamente per un mese su gran parte dell’Asia hanno determinato uno sconvolgimento nell’ecosistema che lentamente mostra i suoi effetti.
Nel 2031, in Corea del Sud alcune galline deposero uova nere. Nel ’36 in Cina si colsero funghi porcini di oltre 5 chilogrammi. E un mese fa in Nepal una femmina di yeti ha dato alla luce due gemelli dal vello di un nero corvino. E ora la straordinaria resa delle terre grigie indiane.

Che in alcuni laboratori chimici del Primo Impero hanno tentato, finora inutilmente, di replicare.

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