Cronaca locale

La Verdi chiude con Mahler l’annata del rilancio

Ewig, ewig… in eterno, in eterno… sulla coda impalpabile dell'Abschied, sesto e ultimo canto del Lied von der Erde di Gustav Mahler, si chiuderà la stagione 2008-2009 dell’Orchestra Verdi. Un anno musicale che, a dispetto della crisi che è arrivata anche qui, si è rivelato più sfavillante che mai, con oltre 150 concerti. Tra i fiori all'occhiello, la tournée decembrina in Azerbaijan, quella di aprile in Spagna e, appena concluso, un ciclo completo del Brahms sinfonico e concertistico con Aldo Ceccato sul podio. E per il sontuoso finale, due lavori di ampio respiro del Mahler più tardo e crepuscolare, composti tra il 1908 e il 1911 nel ritiro estivo di Dobbiaco, in Alto Adige: l'adagio della sinfonia n. 10, incompiuta per l'improvvisa morte dell'autore, e il Canto della Terra (Das Lied von der Erde), diretti da Ion Marin con il mezzosoprano Mary Ann McCormick e il tenore Jon Villars (giovedì ore 20.30, venerdì ore 20 e domenica ore 16). «Questo appuntamento è in realtà il recupero di quello già in programma in dicembre e rinviato per la tournée a Baku nell'ambito del Rostropovich International Festival», spiega Luigi Corbani, direttore generale della Verdi. Sarà pure un caso, fatto sta che questa è la musica ideale per dirsi arrivederci, e per lanciare uno sguardo a un prossimo futuro in cui è prevista, fra l'altro, l'esecuzione di un'integrale mahleriana in attesa del centenario dalla scomparsa del grande sinfonista (2011): «Era il minimo per rendere omaggio all'artista che dà il nome al largo dove si trova il nostro auditorium», precisa Corbani, che prosegue tirando le somme della stagione in chiusura: «Dieci mesi entusiasmanti per impegno artistico e risposta di pubblico. Ogni anno registriamo circa 200.000 spettatori e cerchiamo di proporre, accanto al repertorio più conosciuto, pagine meno note che meritano di essere scoperte e apprezzate». Non male per un'orchestra che qualcuno, appena un paio d'anni fa, voleva alle prese con difficoltà insormontabili, economiche e di identità artistica. La realtà è tutt’altra: «A noi il pubblico non manca, e gli appassionati a Milano sono attenti alla qualità. Si dice raramente, ma in Lombardia il pubblico della musica sinfonica e concertistica è tre volte maggiore di quello dell'opera. E un terzo frequenta i nostri appuntamenti». La stagione finisce ma gli impegni dell'orchestra proseguono: «Il 26 giugno apriremo il Festival dei Due Mondi di Spoleto con l'opera comica Gianni Schicchi (il folletto del XXX canto dell'inferno dantesco, ndr), di Giacomo Puccini, proposta nell'innovativa versione di Woody Allen, sotto la direzione di James Conlon». E il 6 settembre si ricomincia dal tradizionale concerto alla Scala con Le creature di Prometeo e la Sinfonia n. 7 di Beethoven, e l'ouverture Petruška di Stravinskij, diretti da Xian Zhang, nuovo direttore musicale. «Sarà una stagione intensa, che prevede, oltre alle date in auditorium, appuntamenti in varie parti d'Italia e una tournée in Svizzera», conclude Corbani. Ma intanto godiamoci questi concerti di chiusura, in particolare il Lied, opera unica che per la prima volta supera la distinzione formale fra lieder e sinfonia integrando i due generi. Info: tel. 02-83389401/2/3, www.laverdi.

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