La verità sulla Regione e il «Giorno del Ricordo»

La verità sulla Regione e il «Giorno del Ricordo»

Egregio dottor Lussana, benchè non assiduo lettore di quotidiani e non possessore di apparecchi televisivi, nel recuperare la rassegna stampa relativa alle iniziative liguri per il 10 Febbraio «Giorno del Ricordo» 2006, ho dovuto constatare gravi inesattezze, che non posso non controbattere, contenute in due articoli comparsi negli ultimi giorni su «il Giornale».
Gli articoli in questione sono «La Regione ricorda le foibe solo perché costretta dal Governo» (sabato 11/02/2006, pagg. 45 e 47, a firma di Paola Setti) e «Gli “esuli” premiano Plinio e Amoretti» (domenica 12/02/2006, pag. 45, senza firma), che, purtroppo, disegnano un'immagine assolutamente non veritiera e non corrispondente all'operato della Regione Liguria e, in qualche misura, anche dell'A.N.V.G.D..
Mi guardo bene dal prendere le parti della Giunta Regionale, o dal commentare la comunicazione, a firma del competente Direttore Generale, in merito al doveroso minuto di silenzio disposto per iniziativa del Governo nazionale; credo poco al valore simbolico del «minuto di silenzio» quando esistono infinità di minuti, tradotti in ore, giorni, settimane, mesi, anni, lustri, decenni e (in prospettiva) secoli di ben altro silenzio o di ancor peggiore eloquio, e i libri di storia per le scuole sono ancora scritti come quelli famigerato «Camera - Fabietti», ma apprezzo almeno la «par condicio» finalmente riconosciuta rispetto ad altre commemorazioni.
La questione, però, è un'altra: la legge reg. 24/12/2004 n. 29 riconosce al Consiglio Regionale, cioè all'Assemblea di natura parlamentare e rappresentativa ligure - e non alla Giunta, organo di Governo espressione della sola parte vincitrice delle elezioni - il compito (diritto-dovere) di commemorare con manifestazione ufficiale nell'aula consiliare il «Giorno del Ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale (art. 3 c. 5); la norma precisa espressamente che «la manifestazione è organizzata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, di concerto con l'articolazione ligure della Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia», con l'evidente scopo di mantenere l'iniziativa nell'ambito di responsabilità dell'Organo collegiale di garanzia del Consiglio Regionale, costitituito dal Presidente, dai due Vicepresidenti e dai due Consiglieri Segretari e rappresentativo sia della maggioranza sia della minoranza consiliare secondo le previsioni dello Statuto.
Oggetto di valutazione, quindi, può legittimamente essere il contenuto dell'intervento del rappresentante della Giunta Regionale, che ne ha portato l'indirizzo di saluto, ma non il fatto che la stessa Giunta Regionale si sia astenuta dal fare ciò che è competenza del Consiglio e che, infatti, il Consiglio Regionale ha fatto nel 2006, come già nel 2005 (nel 2004 e nel 2003, invece, non essendo ancora stata approvata la legge reg. dianzi citata, il Consiglio Regionale, con decisione assunta dall'Ufficio di Presidenza, aveva concesso l'Aula consiliare e messo a disposizione i servizi connessi, per le commemorazioni all'epoca organizzate dall'A.N.V.G.D.).
Una precisazione è opportuna anche in ordine alla legge reg. 29/2004, che pur presentata (dopo alcuni ritocchi) come proposta di legge (PdL. 403, primo firmatario Franco Amoretti) in data 20 aprile 2004 approvata soltanto in data 24 dicembre 2004, e, quindi, per tale profilo, successiva alla legge nazionale 30 marzo 2004 n. 92, fu, in realtà concepita e configurata (in accordo con l'A.N.V.G.D. genovese e ligure) fin dall'inizio dell'anno 2003, per iniziativa di uno straordinario amico dei Giuliano-Dalmati quale era (e quale dai «nostri» sarà sempre ricordato) Ernesto Bruno Valenziano, allora Vicepresidente del Consiglio Regionale, che già da un decennio si batteva per quella causa, giusta e nobile quanto negletta e osteggiata; la morte di Bruno stroncò anche noi, e, soltanto quando il Suo successore, Franco Amoretti, si dichiarò pronto a riprendere le iniziative che un destino ingiusto aveva strappato dalle mani di Bruno Valenziano, un raggio di sole tornò a illuminare il nostro aspro e contorto sentiero; il 24 dicembre 2004, non senza qualche difficoltà di percorso, la legge sarebbe stata approvata dall'Assemblea legislativa ligure all'unanimità dei presenti.
Oltre l'iniziativa diretta e istituzionale del Consiglio Regionale per la commemorazione ufficiale del 10 Febbraio «Giorno del Ricordo», la legge reg. 29/2004 prevede anche la stabilizzazione, come iniziativa consiliare annuale, del concorso regionale intitolato «Il sacrificio degli Italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli», voluto originariamente da Gianni Plinio, quale Presidente del Consiglio Regionale, nel 2001 e giunto, ormai, alla V edizione.
La legge reg. 29/2004 prevede, in realtà, anche altri interventi, e in particolare il cofinanziamento del programma annuale di attività presentato dall'A.N.V.G.D. ligure, ma questo aspetto non è immediatamente connesso a quanto in discussione.
In realtà, il Consiglio Regionale, tramite l'Ufficio di Presidenza titolare della competenza in materia, si è impegnato attivamente per l'organizzazione della commemorazione del 10 Febbraio, in piena collaborazione con l'A.N.V.G.D. ligure, e, per dare credito ai commenti raccolti, non soltanto la partecipazione delle Autorità militari, civili, religiose, ecc. è stata rilevante, ma il complesso della manifestazione è stato apprezzato da un pubblico costituito, in grande maggioranza, dai superstiti della mattanza titina e dell'Esodo; neppure la forzata assenza del Presidente Ronzitti, impegnato a Roma come relatore per l'Assemblea congressuale nazionale AICCRE (fissata in base a una scelta di date per la quale, forse, si sarebbe potuta auspicare una diversa sensibilità) e sostituito dal Vicepresidente Orsi, ha ridotto il senso di questo impegno; e non a caso l'A.N.V.G.D. ha ritenuto giusto conferire al Presidente Ronzitti, quale riconoscimento del suo atteggiamento sempre improntato e non comune sensibilità e correttezza, una targa speciale.
Ma ciò che sopra si è esposto a proposito dell'attività di Ernesto Bruno Valenziano, dell'origine della legge reg. 29/2004 (prima e, ad oggi, unica nel panorama regionale italiano) e del concorso regionale «Il sacrificio degli Italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia: ...», e pertanto delle benemerenze specifiche (non certo uniche) di Amoretti e Plinio costituisce la ragione dell'affettuoso e reverente omaggio che l'A.N.V.G.D.

ha inteso tributare a Valenziano nell'intitolargli il premio («premio Ernesto Bruno Valenziano per i benemeriti nella difesa della verità e della giustizia per i Giuliani e Dalmati, vittime di crimini contro l'umanità e privati della propria Terra e della propria identità») conferito, per la prima volta, il 10 febbraio 2006 e quella della riconoscenza che gli Esuli (senza virgolette, chè lo sono, proprio Esuli in Patria secondo la triste lezione di Garibaldi) hanno voluto dimostrare ai due premiati.
Con stima
(Presidente A.n.v.g.d)

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