Mercato illegale e "paradisi" online. Il business dei fuochi d'artificio

Problemi sulla sicurezza, vendita ai minorenni e illegale. Il settore pirotecnico vale un fatturato da 100 milioni all'anno

Mercato illegale e "paradisi" online. Il business dei fuochi d'artificio

Il mondo dei fuochi d’artificio è storicamente molto discusso e controverso, e con l’avanzare delle festività natalizie il tema torna sistematicamente alla ribalta. Sotto la lente d’ingrandimento vi sono i problemi sulla sicurezza, sulla vendita ai minorenni e su quella illegale, sul business sommerso. Sì, perché è un cosmo davvero infinito, quello del pirotecnico in Italia. Nel nostro Paese il settore è decisamente florido e si contano circa 700 aziende che vendono materiale pirotecnico con un fatturato annuo complessivo che supera i 100 milioni di euro. Si tratta di imprese dal forte radicamento nelle regioni del Centro-Sud, dove è particolarmente diffuso l'utilizzo dei botti e dei fuochi d'artificio al termine delle tradizionali feste popolari.

Il business illegale

Ma come in ogni settore poco controllato, c’è un’intera fetta di fatturato nascosto, ed è quello illegale, proveniente da Cina e paesi dell’est Europa. Ad oggi il ricavo underground del settore rappresenta addirittura il 50% di quello complessivo. Un dato enorme. A fare luce sul business sotterraneo è il secondo dossier su «Legalità e fuochi pirotecnici» del movimento ecologico europeo Fare Ambiente. Proviamo a scavare in questo nuovo mondo nei primi giorni di dicembre: a Napoli, città tradizionalmente molto «affezionata» ai fuochi pirotecnici, riprendiamo la vendita illegale di botti di capodanno. Al calare del buio, un gruppo di persone scarica da alcune auto delle buste contenenti materiale esplosivo assolutamente illegale, senza alcuna certificazione. Da disposizione europee, infatti, i «botti» devono essere tutti di provenienza e marchiatura Ue, con tanto di spiegazioni e descrizione scritte in italiano. Ma a quanto pare non interessa a tutti, e nel frattempo il via vai di clienti sulla trafficata strada partenopea, manco a dirlo, si fa in pochi minuti sempre più consistente. D’altronde questo è un lavoro che trova il suo Graal proprio nel mese di dicembre e l’acme nel suo ultimo giorno, quando alcune città si trasformano in zone di guerriglia.

La vendita ai minorenni e l'oasi del web

I soggetti più a rischio, quando si parla di botti, rimangono comunque i bambini e i minorenni. La legge impone la vendita di materiale pirotecnico ai soli maggiorenni previa esibizione di un documento di riconoscimento e sono molti i negozi che rispettano tali regole. Abbiamo provato però a fare un esperimento, recandoci in un negozio di pirotecnica di Roma, dove un ragazzino minorenne ha potuto acquistare vario materiale esplosivo in vendita senza dover esibire alcun documento. E’ questo uno dei nervi scoperti del settore, al pari di quello dei tabacchi, tanto per fare un esempio. La vendita dei prodotti ai minorenni si identifica d’altronde come una delle possibili cause dell’aumento del rischio di ferite che ogni anno si registrano. In questo senso, anche il web offre un ulteriore spunto di riflessione: sono decine i siti dove è possibile acquistare ogni tipo di materiale nell’anonimato e senza alcun controllo anagrafico e persino su colossi come Ebay e Amazon si trova una interessante varietà. Ancora una volta il mondo di internet appare come l’oasi felice per chi non vuole troppe rogne.

Gli incidenti

I dati degli ultimi anni parlano soprattutto di lesioni, sia agli arti che agli occhi. Le lesioni più comuni sono state e sono le ustioni, mentre quelle molto gravi sono state più frequenti tra gli adulti che tra i bambini. Ma vi è anche un triste elenco di incidenti mortali, che ogni anno si riempie di qualche nome: dal 1998 al 2013 si contano infatti 56 vittime, un numero assolutamente non indifferente. Il fenomeno degli infortuni si lega con due questioni: in primo luogo, con l’utilizzo di materiale illegale disseminato e venduto ovunque in tutta Italia, ma anche alla manipolazione dei prodotti esplosivi da parte degli addetti delle aziende. In Italia, infatti, il mercato è caratterizzato da attività prevalentemente monofamiliari e artigianali, caratteristiche che aumentano il rischio infortunistico del settore.

Difatti, secondo alcune rilevazioni dell'Inail, nel corso del quadriennio 2007-2010 sono stati 66 gli infortuni sul lavoro (11 dei quali mortali) nel settore della pirotecnia, la maggior parte dei quali in aziende del Mezzogiorno.

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