Quando si dice: gente di poche parole. Anzi, gente di una parola sola: «regime». Nel 94 Massimo DAlema paragonava Berlusconi al «regime di Ceausescu». Ieri Di Pietro lo paragona al «regime di Videla». Dopo 14 anni hanno cambiato dittatore di riferimento: ma il vocabolario no. Al massimo si sono fatti la tinta: per salvare la democrazia prima sappellavano allarmata rossa, adesso chiamano direttamente i caschi blu.
Perché vedete, come dice Nanni Moretti: le parole sono importanti. E sullelezione del piddìno Riccardo Villari alla Commissione Vigilanza - peraltro con il concorso di parte della sinistra - di parole da usare ce nera uninfinità: potevano benissimo parlare di sgarbo, provocazione, disaccordo, di contrasto, rottura, strappo, scontro, di grandissima arrabbiatura, di collera incontrollabile, se vogliamo. Invece no, loro sparano grosso: regime. Tonino Di Pietro parla di «dittatura argentina». I comunisti lo chiamano direttamente «golpe». Marina Sereni del Pd dice che è un «atto gravissimo». Per Veltroni è «una cosa più da regime che da democrazia».
Ora: siccome è di parole che parliamo, diamogli il giusto peso con un giochino dintelligenza. Trovatemi voi nel panorama mondiale un regime, uno solo, che tra le mura parlamentari, rispettando tutte le procedure, considerando ogni regolamento interno, convocando nei giusti modi una commissione bicamerale, elegge coi voti della maggioranza e di parte dellopposizione chi? Un esponente dellopposizione. No, dico, se questo è un regime allora è il regime più fesso della storia. Voi che dite? Lo sanno anche i bambini che un regime così non lo trovi da nessuna parte, eccetto forse sullultimo numero di Topolino.
E adesso facciamo il giochino inverso.
E in Italia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.