Per un attimo proviamo a staccare lo sguardo dalle chiappe di Max Mosley mentre si fa infliggere sonore frustrate e concentriamoci sulle immagini del camera-car del povero Kovalainen. Per un istante proviamo a dimenticare lorgia sadomaso con risvolti apparentemente nazisti del presidente della Federazione automobilistica mondiale e pensiamo allimpatto devastante del giovane pilota contro il muro di gomme che, va detto, è un guard rail fatto di vecchie ruote di Tir imbullonate fra loro. Giusto per chiarire, quando ci si finisce dritti dentro, magari a 220 allora come accaduto al finlandese della McLaren, fa molto molto male. Giusto per rafforzare il concetto, neppure dieci anni fa capitò a Schumacher, a Silverstone, e si ruppe una gamba.
Per un attimo proviamo a ricordare che se Heikki Kovalainen di anni 26 è vivo e, incredibile, illeso, se come lui può correre e scherzare Robert Kubica dopo il botto di Montreal, lo scorso anno, forse - e togliamo il forse - è molto merito del presidente Mosley che alla F1 ha imposto dinvestire sulla sicurezza. Vabbè, lha imposto tra una scudisciata e laltra, ma se il risultato è questo, allora chissenefrega.
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