Sempre oggetto di dibattito, il movimento davanguardia più fertile e inafferrabile del XX secolo è sottoposto a nuovo giudizio nella rilettura di Jean Clair e Régis Debray che ne rovescia la prospettiva, nel volumetto pubblicato ora anche in Italia, Processo al surrealismo (Fazi, pagg. 173, euro 22,50).
Nel suo atto di accusa, lo storico darte francese Jean Clair analizza i fondamenti ideologici più che lestetica del Surrealismo, la sua particolare posizione fra le ideologie dellepoca. Muovendo dallopera polemica di Carl Einstein, lo storico berlinese che nella seconda metà degli anni Trenta fu uno dei critici più duri del movimento e del suo capo carismatico André Breton, Clair affronta il Surrealismo come sintomo per rintracciare una genealogia della violenza dellultimo secolo. «È il solo movimento estremista del secolo - scrive - ad essersi guadagnato il consenso popolare. Il solo che dagli anni Venti ha preparato la liberazione dei costumi e lavvento della new age». E ricorda lesortazione di cui Breton andava così fiero: «Lazione surrealista più semplice consiste, rivoltelle in pugno, nelluscire in strada e sparare a caso, finché si può, tra la folla». Avrebbe perciò facilmente influito sui rivoltosi del 68, ponendosi come il risultato profetico del disincanto verso gli ideali del progresso e della tecnica.
«Fanatico della novità», come diceva Julien Gracq, Breton non è né un comunista, né un rivoluzionario, né un seguace di Freud: è uno spirito autoritario e confuso, «il prototipo dei capibanda nei quali il gusto per la dominazione è più forte di quello per la cultura e il rigore» osserva Clair. Resta tuttavia fermo che il movimento si estinse senza ritorno, «tradito dallevoluzione del comunismo, abbandonato dalle menti più sagge del gruppo richiamate alla ragione, Breton resterà solo con i suoi fantasmi», conclude Clair.
Breve e fredda ma incisiva la difesa di Régis Debray, il filosofo e letterato, nel suo pamphlet Lonore dei funamboli, in cui ribadisce lautenticità dellaspirazione rivoluzionaria surrealista e il suo fondamentale anelito libertario che mirava a riunire prospettiva artistica e politica, liberazione dellinconscio e della società, muovendo da unidea profondamente nuova dellumano e delle sue potenzialità.
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