Gian Maria De Francesco
da Roma
«Ridurremo le tasse il prima possibile. Domani, fra sei mesi, appena possibile, insomma fin da subito se ci sono le possibilità». A parlare non è il liberal Francesco Rutelli anche se i toni utilizzati sono gli stessi. Si tratta, invece, del viceministro dellEconomia, Vincenzo Visco, autore di gran parte provvedimenti che tra decreto Bersani e Finanziaria hanno inasprito il controllo sui contribuenti.
Poi, il proclama: al Senato verrà presentato un emendamento per garantire che parte delle nuove entrate provenienti dalla lotta allevasione verrà utilizzato per abbassare la pressione fiscale. Una mossa inaspettata e in evidente contraddizione con loperato e la fama di Visco, noto alle cronache per tasse e controlli e non per labbassamento della pressione fiscale. La sorprendente dichiarazione ha origine da due diversi argomenti: la prosecuzione dellandamento positivo delle entrate fiscali anche a novembre (anticipato ieri dal Sole 24 Ore) e la necessità di dare al Paese e al proprio elettorato, unimmagine differente del centrosinistra.
Secondo le anticipazioni, a novembre le entrate fiscali sarebbero aumentate del 12,2% (+2,4 miliardi) rispetto allo stesso mese dellanno scorso portando il totale dei primi 11 mesi a crescere dell11,3% sul 2005 (+23 miliardi). In particolare, nel mese corrente sarebbe lIva sugli scambi interni a fare la parte del leone con un incremento del 13% su base annua, seguita dallIres (+12%). Il dato disaggregato sugli 11 mesi mostrerebbe lIva sugli scambi interni avanzare dell8,3% su base annua, dato leggermente superiore a quello di gennaio-luglio (mese precedente lentrata in vigore del decreto Bersani-Visco), pari al +7,6%. Discorso diverso per lIres (in aumento del 20% anche nei mesi scorsi) e per lIrpef che da tempo cresce a un ritmo tendenziale del 6% circa. Così pure le entrate totali che da mesi segnano incrementi annui nellordine dell11 per cento.
Per Visco, invece, tali risultati sarebbero anche merito del giro di vite da lui disposto con il decreto firmato insieme a Bersani, severissimo nei controlli sul pagamento dellimposta sul valore aggiunto. «Questo - ha sottolineato - può avere un significato solo: che qualcuno si è messo a pagare più Iva di prima». Tale andamento, ha precisato il viceministro, è «strutturale». Il solco tracciato dal governo Berlusconi, invece, è stato totalmente ricoperto sebbene i dati confermino che lesecutivo si è trovato in dote un surplus di entrate di oltre 20 miliardi di euro. «Laumento di gettito fiscale cera stato subito dopo la fine del nostro governo, un trend che si era creato con le misure anti-evasione che noi avevamo adottato», ha ricordato Gianni Alemanno (An). Il boom delle entrate è frutto del «segnale di discontinuità» proposto dal governo, ha rilanciato Visco.
Il viceministro, per non smentirsi troppo, ha poi aggiunto che si ha «tutta lintenzione di portare la tassazione sugli affitti al 20% e stiamo studiando il modo per farlo». Ma i pericolosi cali dei consensi registrati nei sondaggi degli ultimi giorni impongono a tutti componenti del governo di mostrare il lato migliore allopinione pubblica.
Aveva iniziato il vicepremier Rutelli aveva assicurato che 4 miliardi di euro recuperati dallevasione «saranno redistribuiti lanno prossimo ai cittadini», mentre il ministro dello Sviluppo Bersani ieri ha auspicato qualche «margine di alleggerimento» per i Comuni. Il segretario dei Ds Fassino ha promesso una franchigia sulla tassa di successione per coloro che ereditano unimpresa media o piccola. La parola dordine di Quercia e Margherita è «rassicurare».
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