Daniele Petraroli
AllAngelo Mai andrà il Viscontino. A dirla così sembra una non-notizia, sono mesi che se ne parla, ma è stata necessaria addirittura una delibera del I municipio ieri mattina per mettere fine alle voci circolate a inizio settembre. Quando, cioè, lassessore al Turismo della giunta Marrazzo Raffaele Ranucci indicò nellex convitto la sede adatta per ospitare lagenzia regionale al Turismo. Il voto di ieri è frutto di un accordo bipartisan. Liniziativa è di Alleanza nazionale, poi però si è giunti a stendere un testo unitario che ha tra i primi firmatari il capogruppo di An Federico Mollicone e il consigliere dellUnione (e segretario Ds in I) Fabio Nicolucci.
«Con questa delibera - hanno spiegato Mollicone e il collega di partito Stefano Tozzi - è stata approvata la prosecuzione immediata dei lavori nellAngelo Mai (fermi dallinizio di agosto Ndr) e la destinazione a scuola della struttura. Ora il sindaco Veltroni e il prefetto Serra non possono non estendere il cantiere a tutto ledificio, eliminando questa aperta violazione della legge Merloni che vieta presenze promiscue in unarea di cantiere». Già perché la vera anomalia dellAngelo Mai è che, nonostante le parole del Comune, gli «okkupanti» si trovino ancora dentro ledificio. E minacciano di non andarsene fino a quando non sarà pronta la nuova sede, lex bocciofila allinterno del parco di San Sebastiano, messa a disposizione dal Campidoglio. Ma, da quanto filtra in Comune, pare che non se ne parli prima della prossima primavera. «Lordine del giorno - hanno concluso Mollicone e Tozzi - chiede una nuova collocazione. Riteniamo indecente che Veltroni abbia eliminato la possibilità che in quel luogo andasse un asilo per regalare la struttura a chi mette in scena un testo di Toni Negri».
Ancora più duro il capogruppo comunale di An Marco Marsilio: «Non è più procrastinabile lesigenza di ripristinare la legalità. LAngelo Mai deve essere sgomberato, immediatamente e senza più indugi». Misteriosa, infine, la destinazione della bocciofila al cui posto dovrebbe finire l«Angelo Mai okkupato».
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