Roma

Vita dei campi nelle incisioni di Fattori

«L’incisore più autorevole del nostro Ottocento», lo ha definito Serenita Papaldo, direttrice dell’Istituto Nazionale della Grafica dove fino al 25 novembre si può ammirare gran parte dell’opera su carta di Giovanni Fattori. Conosciuto soprattutto per i dipinti che lo legano alla corrente dei Macchiaioli, il grande livornese si avvicinò all’incisione dagli anni ’80 al primissimo Novecento. A modo suo, senza averne specifica preparazione, soleva riportare su lastra i temi a lui cari: i butteri e i paesaggi maremmani, gli animali da pascolo e gli amati cavalli, i contadini stanchi delle fatica nei campi e i soldati in battaglia. Dopo avere inciso con tratto istintivo le forme, egli stampava, dapprincipio, con un piccolo torchio a mano avuto in dono da Cristiano Banti, aiutato dai suoi allievi nell’uso della pressa. I fogli di cui si serviva, non sempre erano quelli più adatti: segno questo che il lavoro di grafico fu per lui, almeno all’inizio, solo didattico e sperimentale? Forse. Ciò che è sicuro è che certe acqueforti, quelle più originali se vogliamo, si caratterizzano per il sapore rustico marcato non solo dalla particolarità del supporto usato ma anche dagli evidenti piccoli ripensamenti nell’incisione, dalle macchie dovute alla poca cura nella pulitura delle lastre, dall’uso poco accorto dell’inchiostro. Tutto questo ci fa amare ancor di più i suoi lavori, rendendoli preziosi ai nostri occhi non solo per i soggetti realistici e la felice prospettiva fotografica ma perché ci avvicinano all’artista più vero. La mostra alla Calcografia, che presenta 124 acqueforti e 23 litografie della raccolta Luigi Franconi donata all’Accademia Carrara di Bergamo, è l’esposizione più ricca che si sia vista da anni, arricchita per di più da un prezioso taccuino di schizzi e da 19 disegni presenti nelle collezioni dell’Istituto Nazionale per la Grafica.

Ai cultori della materia non sfuggiranno le tecniche innovative del maestro; ai meno esperti non sarà difficile intuire la genuinità di un artista che con la sua opera si è avvicinato alla vita quotidiana degli umili e degli emarginati.

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