Vitiligine, tutti i modi per combatterla

La ricerca scientifica e quella bio-medica fanno passi da gigante, introducendo sempre nuove terapie per le cure delle varie patologie al fine di elevare anche la qualità della vita.
Anche se la vitiligine è definita come «difetto estetico» che colpisce il 2 per cento della popolazione mondiale, il disturbo, caratterizzato dalla presenza di macchie bianche diffuse sulla pelle, non è di certo da trattare con superficialità, specie per le implicazione psicologiche nei pazienti.
Tra i ricercatori che si occupano da più tempo di questi temi, vi è il professor Torello Lotti (professore ordinario e direttore della Cattedra di dermatologia e venereologia della Università degli studi Guglielmo Marconi, Roma), che, approdando a soluzioni sorprendenti, ha aperto nuovi spiragli verso l'annientamento del problema.
«Premesso che esistono ben sei tipi di vitiligine - spiega il professor Lotti - (si potrebbe, però, fare una macrodistinzione tra la forma localizzata, che in genere non si associa a nessuna altra malattia interna e quella comunemente detta vitiligine volgare, che normalmente si manifesta per disturbi di altro tipo, come ad esempio dermatiti o eczema), con Bioskin Evolution, ovvero il trattamento di microfototerapia che va a stimolare le cellule compromesse riattivando il processo di pigmentazione, si sono ottenuti grossi risultati. Abbiamo messo a punto la cosiddetta “Needling Repigmenting Melanocitary Therapy NRMT”, una cura non invasiva, priva di effetti collaterali che, attraverso l'utilizzo di micro-aghi sterili (simili a quelli che si usano per iniettare l'insulina), punge tangenzialmente la cute delle aree intorno alle macchie bianche, andando a dragare i melanociti (le cellule deputate a sintetizzare la melanina). L'ago si carica di melanociti che, riattivati, vengono re-iniettati nella zona non pigmentata».
L'operazione deve essere eseguita da un esperto e, solo raramente, la cura necessita di anestesia locale, eventualmente in crema. Al trattamento, da effettuare per sei mesi consecutivi con una frequenza che varia tra 1-2 volte al mese, consegue una ripresa della pigmentazione tra il 52 e l'86% dei casi, con migliori risultati se associato all'azione di Bioskin Evolution (per maggiori informazioni chiamare il numero gratuito 800 553979).
Negli Usa hanno di recente lanciato, la Photocil, una crema che protegge la pelle di coloro che, sofferenti di vitiligine, si espongono al sole. «Non si tratta di una semplice protezione; Photocil blocca tutta la lunghezza d'onda della luce solare tranne l'Uvb 311 nm, ovvero quella curativa irradiata artificialmente da Bioskin Evolution. La ricerca prosegue, nonostante gli ottimi esiti della terapia, con l'obiettivo di fare regredire la vitiligine attraverso cure in forma sistemica.
«Abbiamo verificato, -prosegue il professore - come i cosiddetti antiossidanti cellulari siano in grado di fare regredire la diffusione delle macchie biancastre. Sottoponendo i melanociti “malati” a certi dosaggi di sostanze naturali come lo zenzero, la curcumina e anche il pepe, vi è una riattivazione, facendo “resuscitare” le cellule compromesse.

Si tratta di un processo che per ora avviene in vitro, in forma sperimentale».

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