«La vergogna di Enzo Tortora si consumò a Napoli quasi trent’anni fa. Ecco perché sarebbe un dramma trovarsi sindaco di questa stessa città un giustizialista come Luigi De Magistris, che non ha azzeccato un’inchiesta, che ha rovinato centinaia, ma che dico! Migliaia di persone, che ha usato la toga per fare politica. Supplico i napoletani a non votarlo, non sapete a cosa andate incontro. Vi prego...». Chi parla scandendo bene le parole è Michele Mastrosimone, imprenditore distrutto da una delle tante inchiesta boomerang di «Giggetto o flop» (quella sul centro turistico di Marinagri) noto anche per essere il presidente dell’affollata Associazione Vittime di De Magistris. È sceso a Napoli con un obiettivo: «Evitare che le vittime diventino un milione, poiché tanti sono gli abitanti che avrebbero a che fare col suo modo di fare».
Addirittura un appello a non votare il Masaniello di Why Not.
«Una persona che ha dimostrato, nel suo lavoro, di essere a dir poco incompetente rischia di fare danni gravissimi a Napoli. Se deve essere valutato per quel che ha combinato stiamo freschi: lo sapete quanti uomini hanno avuto la vita devastata, il lavoro perso, la reputazione sputtanata sui giornali a causa delle sue elucubrazioni investigative che non hanno portato mai a qualcosa di concreto? C’è da fidarsi di un tipo così?».
No?
«Ma siamo matti? Nessuno lo conosce meglio di noi dell’Associazione. È un’icona populista che si autoalimenta grazie alla grancassa dei media amici. È sempre stato così: le indagini le faceva sulle prime pagine, alla faccia del segreto istruttorio puntualmente violato. Titoli roboanti, inchieste via via più in alto, fino a contribuire a inguaiare Prodi e il suo governo nel fiasco di Why Not. Solo che prima De Magistris era il pm senza macchia e senza paura che lottava contro i poteri occulti, oggi si presenta come il politico nuovo, dalla faccia per bene, che non scende a compromessi, e che libererà Napoli da tutti i suoi mali. Incrociamo le dita. Quando De Magistris intuì che per lui la vita in magistratura si metteva male trovò sponde sui media a lui fedeli che gli permisero di ritagliarsi un ruolo politico concretizzatosi con l’elezione al parlamento europeo che, ad oggi, grazie all’immunità da lui sempre invocata, è servita solo a sfuggire alle denunce delle sue vittime».
Come associazione avete fatto un conto di quante sono le «vittime» dell’ex pm di Catanzaro?
«Lo accennavo prima. Sono qualche migliaio, tra “dirette” (arrestate, indagate, infangate, sbattute in prima pagina, tutte risultate innocenti) e indirette (dipendenti rimasti senza lavoro, aziende fallite, famiglie sul lastrico eccetera). Solo nel mio caso, e cioè per il centro turistico di Marinagri - sul quale De Magistris ipotizzò scenari incredibili di collusioni e favoritismi tra la regione Basilicata e l’imprenditoria lucana - le aziende impegnate erano 47, i dipendenti, compreso l’indotto, quasi 2mila: tutti a gambe all’aria perché il Signore in toga fece sequestri che durarono anni nei cantieri. Inutile dire che quel procedimento ha dato ragione a noi e torto marcio a lui».
I fan di De Magistris, e lo stesso ex pm, vi accusano di essere il braccio armato di «poteri forti» che lui ha indagato quand’era publico ministero.
«(risata) Se De Magistris si fosse presentato col Pdl ci saremmo mobilitati ugualmente per raccontare quanto male ha prodotto. Il nostro è un gesto dovuto, per i cittadini di Napoli che non si meritano di cascare dalla padella alla brace. Noi non esprimiamo un giudizio politico a favore di un candidato. Noi diciamo soltanto che questa è una persona poco competente nel suo vecchio lavoro figuriamoci quanto può esserlo nell’amministrazione della cosa pubblica. Siamo vittime di De Magistris non del colore politico di De Magistris. Vittime di una persona che ha usato gli strumenti della giustizia per fare del male, non del bene. Posso capire qualche inchiesta andata storta ma è normale che tutte siano finite in una bolla di sapone?».
Con lei a Napoli c’è sempre un imprenditore.
«Uno che si è fatto 141 giorni di carcere finendo poi assolto con formula piena. Anche lui è una vittima di De Magistris. Provate a chiedergli cosa prova alla sola idea di vedere, lunedì, De Magistris al posto della Iervolino».
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