Unesistenza finita nel tunnel della disperazione, di un presente che non funzionava e di un domani che lei non intravedeva. «La vita deve essere vissuta a pieno. So che mi ami, ma la situazione non va. Io sono infelice e i bambini soffrono con me».
Sta tutta qua, racchiusa in questa righe, scritte allex compagno in uno dei tre biglietti lasciati prima di farla finita la spiegazione di Simona Alessandroni, la 40enne trovata carbonizzata in auto nel comune di Capannoli (Pisa) insieme ai due figli, Letizia 11 anni e Lapo 3 anni.
I biglietti erano nella casa di via Rossini a Quattro Strade, la frazione di Lari (Pisa) dove la donna viveva e dove aveva vissuto fino a qualche tempo prima anche il padre dei bimbi, Bruno Pucci che aveva troncato la relazione con Simona.
Nei biglietti è riassunto il dolore della donna per la separazione dallex compagno. Lei non aveva mai accettato la fine di un rapporto che considerava molto importante sia per se che per i piccoli. Nelle lettere, secondo quanto si apprende, la 40enne avrebbe anche indicato a chia affidare i figli qualora fossero sopravvissuti al rogo. «Se per sbaglio loro dovessero in qualche modo restare vivi, voglio che siano affidati ai miei genitori e non ai genitori di lui»
Simona Alessandroni, 40 anni, fiorentina, aveva dunque deciso, con lucida follia, il suo piano di morte. Sembra che sia stata lei a cospargere la propria automobile di benzina, per poi chiudersi allinterno con i due bambini, forse addormentati o sedati in qualche modo, e a dare infine fuoco. Gli inquirenti hanno appurato che Simona Alessandroni è uscita dalla casa di Quattro strade insieme ai bambini che «camminavano con le loro gambe» - ha spiegato il pubblico ministero Antonio Giaconi che coordina le indagini -, poco prima di raggiungere il luogo dove poi ha appiccato le fiamme.
Lautopsia potrà fornire le conferme necessarie agli inquirenti, ma il ritrovamento dei tre biglietti non lascia dubbi. A scatenare il dramma sarebbe stata la rottura della relazione sentimentale con il padre dei due bimbi che da qualche tempo era tornato a vivere a San Casciano Val di Pesa, in provincia di Firenze.
Quando i vigili del fuoco, sabato pomeriggio, sono intervenuti perché chiamati per quello che sembrava un rogo di sterpaglie, hanno trovato, carbonizzati, il corpo della donna e dei due bambini, stretti in un ultimo, disperato, abbraccio.
In paese, amici e vicini cercano, nel ricordo, di trovare un perché. «Era una mamma molto premurosa. Amava i suoi figli, era sempre attenta- racconta Giulia, 21 anni, sua dirimpettaia-. Ma era triste e stanca». «Sorrideva solo se aveva Lapo in braccio o se era insieme a Letizia».
Nel giardino della casa a due piani situata in una strada privata a fianco di via Rossini, dopo i sopralluoghi dei carabinieri, restano i segni di una normale famiglia con figli: due mountain bike per bambini, un hula hop colorato, due palloni, un dondolo e una casetta in legno. E poi, dietro alla porta a vetri del garage-ripostiglio, un pupazzo bianco e rosso con una scritta sulla pancia: «Mio grande amore».
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