Sparava, eccome se sparava, Elvio Fichera. Sparava a raffica, bombardava. Ma le sue pallottole, tutte sparate al cuore, erano di carta. Fax, mail, telefonate. E il suo mirino era sempre puntato sullo stesso obiettivo: aiutare gli animali. Non sbagliava un colpo. A 72 anni non aveva alcuna intenzione di smettere. «Mi devono ammazzare», ripeteva. Ma sono cose che si dicono. Senza pensare che qualcuno possa mai pensarci davvero. Elvio Fichera, una delle vittime della follia di ieri mattina, non si è mai neppure presentato come guardia zoofila, quasi a voler allontanare unimmagine che sapeva di sceriffo. Al massimo ammetteva di essere «direttore», perché un tempo quello era il suo ruolo al canile di Molassana, o «presidente», perché lassociazione «Amici Animali Abbandonati» era diventata la sua vita, soprattutto da quando era rimasto vedovo. Più semplicemente lui era un amico degli animali, punto e basta.
Come lo era Paola Quartini, 55 anni, da Camogli. Guardie no, sapeva troppo di professionisti della repressione. Infatti loro erano volontari, decisi a dedicare agli animali il tempo libero, poco o tanto che fosse. (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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