Sono giorni di carnevale. Cioè siamo nel mezzo di una festa dichiaratamente vintage. Ci sono i carri, i costumi, le maschere e ci sono quelle tenere, dolci, urticanti, insistenti, devastanti richieste da soddisfare dei nostri adorati bimbi. Che una volta, quando adorati eravamo noi, al più ci veniva in mente di spiazzare mamma e papà chiedendo il vestitino di Zorro o quelli di Robin Hood e Aladino. Questo noi maschietti. Quanto a fanciulline e donnine era un'apoteosi di principesse e regine e fate e al massimo avevano l'ardire di chiedere Biancaneve e Cenerentola. Ora no. Ora solo se papà e mamma lavorano 18 ore al giorno, affidano i figli alle tate e ci parlano - con i figli, non le tate - al massimo 5 minuti al dì, solo in questo caso i piccoli rischiano di finire sbrigativamente mascherati da Pulcinella chi? e Arlecchino chi? e fate turchine chi? In tutti gli altri casi i genitori arrivano invece al punto di mettersi in ferie per cucire l'abito di Batman ma quello di quando l'eroe si cala dall'ottantesimo piano e «mamma, mi serve la corda con l'arpione, e papà mi serve la Batmobile riesci a farmela come nel terzo film, non il secondo e neppure l'ultimo?». E io vorrei essere una delle Winx e io Ermione di Harry Potter e io Bella di Twilight. A proposito: basterebbe un bel no per farli sbiancare proprio come i vampiri della saga. Invece tutti proni innanzi a queste richieste moderniste ed esagerate che culminano in schiume da barba, filamenti appiccicosi e colorati sparati a mille all'ora da bombolette che le farei ingoiare ai genitori quelle bombolette.
Per fortuna che in quest'orgia carnevalizia sopravvivono con immutata e policromatica allegria stelle filanti e coriandoli. Voglio bene alle filanti e agli andoli.
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