Andrea Tornielli
da Milano
È la «voce» inconfondibile di Radio Maria, il potente network cattolico che può contare su 850mila ripetitori e trasmette senza un briciolo di pubblicità raggiungendo la bellezza di quattro milioni e mezzo di ascoltatori a settimana. Padre Livio Fanzaga, che oltre alle catechesi conduce una seguitissima rassegna stampa mattutina, è stato ieri iscritto insieme alla sua emittente dal massmediologo Klaus Davi tra i sostenitori del Cavaliere. Le cose stanno davvero così? «Radio Maria non è schierata, non partecipiamo alla campagna elettorale, non diamo indicazioni di voto, neanche a chi ce le chiede via email - spiega il religioso -. Nel mio commento quotidiano alla stampa evito di entrare nel merito della politica italiana».
«Certo - aggiunge padre Livio - noi ci muoviamo nella linea tracciata dalla Chiesa italiana. La Cei ha indicato alcuni valori, come la difesa e il sostegno alla famiglia, e la difesa della vita. Quando entrano in gioco questi temi, allora li commentiamo e non abbiamo paura di dire che laborto è un peccato o che abortire significa sopprimere una vita innocente». Eppure non mancano stoccate decise al centrosinistra. «Se con questa espressione - risponde il direttore di Radio Maria - sintendono le critiche per le prese di posizione dei Radicali o dello Sdi, allora è vero. Ma vorrei far notare che le critiche riguardano la proposta di introdurre il riconoscimento delle coppie gay, o una legge per leutanasia. Parlare di questo non significa schierarsi politicamente, ma solo far presente al nostro vasto e variegato pubblico quelle che la Chiesa considera delle minacce alla legge naturale, alla dignità delluomo, al valore della famiglia. Sarei davvero felice se in entrambi gli schieramenti si accogliessero le indicazioni della Cei...».
Ma a conti fatti, giudicando i programmi delluno e dellaltro schieramento, che cosa dice padre Livio? «Mi sembra che vi sia una maggiore attenzione e una maggiore disponibilità nel centrodestra verso questi temi, verso i temi che ci stanno a cuore. Nel centrosinistra - spiega il direttore di Radio Maria - va riconosciuta alla Margherita e in particolare a Francesco Rutelli unattenzione particolare per questi valori: basta ricordare come lex sindaco di Roma si sia schierato per lastensione al referendum sulla fecondazione assistita, in modo coraggioso, e come abbia preso una posizione chiara in merito al riconoscimento delle coppie di fatto. Mi chiedo però come farà la coalizione di centrosinistra ad andare daccordo su questi temi così rilevanti, con posizioni così diversificate per non dire opposte».
Il settimanale online della diocesi di Milano scrive che Romano Prodi è un leader «autorevole e indiscusso», che terrà ben fermo il timone della coalizione. Lei che cosa ne pensa? «Ritengo che Prodi sia il direttore di unorchestra dove ognuno suona un po per conto suo. Non so quale sia la sua reale capacità di controllo della coalizione. Nel 1998 venne disarcionato dal governo e al suo posto giunse DAlema. Ovviamente, per quanto riguarda i problemi della vita e della famiglia, la questione non è Prodi, ma la sua coalizione: temo che su certi valori esista nellUnione una maggioranza contraria alla linea indicata dalla Chiesa».
E che dice sul centrodestra? Che cosa deve fare allora un cattolico? «Lo ripeto, a Radio Maria non diamo indicazioni, invitiamo a votare secondo coscienza. Cè una parte del nostro pubblico che simpatizza per il centrosinistra, ma non ho mai ricevuto proteste per essermi occupato di aborto, di difesa della famiglia, di eutanasia o di Pacs. Anche guardando allaltro schieramento, noi cattolici ci sentiamo un po orfani: mancano grandi figure di riferimento.
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