«Vogliamo aprire nel Lazio una vertenza giovani»

«È passato il Natale è passata la Befana ma per i giovani di Roma e del Lazio non è rimasto niente di concreto». Esordisce così Giancarlo Miele, il coordinatore di Forza Italia Giovani del Lazio quando comincia a fare una sorta di bilancio di previsione su quello che i ragazzi della capitale e della Regione si aspettano per l’anno che è appena iniziato. «Per la verità - precisa Miele - non è che noi stiamo lì ad aspettare. Sono mesi che in tutte le occasioni abbiamo indicato al sindaco Veltroni ed ai rappresentanti della Regione Lazio quelle che secondo noi sono le priorità più urgenti per i giovani: gli alloggi per i fuorisede, la lotta al disagio giovanile sempre più diffuso e alla violenza tra i ragazzi che in modo preoccupante negli ultimi mesi è ricomparsa a Roma, su questi e su molti altri temi le istituzioni non sono andate oltre impegni troppo generici e promesse. Anche se alla Regione Lazio dobbiamo dar atto di aver avuto sulle politiche giovanili un approccio pragmatico e realista indirizzato all’ascolto dell’universo giovanile. Questo approccio “volontaristico” però non ci basta, non possiamo più aspettare e siamo decisi ad aprire nel Lazio una vera e propria vertenza giovani».
Ma quali sono, in particolare, le richieste alle quali non avete avuto ancora risposta?
«La questione principale è naturalmente quella dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Secondo noi non basta mettere per la strada dei manifesti con la scritta “assunti tutti” e pensare di aver risolto il problema. Occorre un programma di inserimento da concordare con le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali, gli enti locali e i responsabili della scuola e dell’università per individuare i settori verso i quali indirizzare i giovani e prepararli adeguatamente all’attività professionale».
Ma cosa proponete?
«Proponiamo di convocare subito, con la massima urgenza, una conferenza regionale sull’occupazione giovanile dalla quale possano emergere idee e proposte nuove che non abbiano un carattere assistenziale o peggio ancora clientelare, ma considerino i giovani una risorsa per lo sviluppo della città e della Regione».
Facciamo qualche esempio concreto.
«Si pensi al turismo. È un settore che fortunatamente, anche lo scorso anno, ha fatto registrare buoni risultati, ma quanti sono i giovani che vengono preparati professionalmente per essere assorbiti nelle aziende già esistenti o per avviare in proprio nuove attività di accoglienza e di ospitalità?
Però qualcosa a livello nazionale è stato fatto. Il ministro Melandri ha lanciato nei mesi scorsi la campagna “Batti tre colpi siamo in ascolto” per raccogliere le istanze dei giovani.
«A noi l’iniziativa del ministro Melandri sembra solo uno specchietto per le allodole, anzi lo specchietto che veniva regalato agli Indios per conquistare la loro fiducia. Sarebbe ora che si finisse di utilizzare risorse per iniziative propagandistiche e che noi giovani del 2007 venissimo finalmente messi nella condizione di competere alla pari con i nostri coetanei dell’Unione Europea in settori avanzati come la ricerca scientifica, l’informatica e le nuove tecnologie come già aveva iniziato a fare il governo Berlusconi».
Dunque, per concludere, quale sarà l’obbiettivo prioritario che voi Giovani di Forza Italia vi proponete per il 2007?
«Dobbiamo lavorare per fare in modo che i giovani prendano coscienza della loro forza e delle loro potenzialità. Faremo del tutto perché i giovani non siano una realtà marginale nella società ma assumano un ruolo da protagonisti a cominciare dalle attività produttive e professionali ma anche nelle istituzioni dove siamo convinti che abbiamo molto da dire a da fare.

Siamo contenti che in Italia l’età media stia superando gli ottant’anni e siamo convinti che l’esperienza di chi ci ha preceduto sia preziosa ma non possiamo consentire che l’Italia diventi un Paese vecchio nelle idee e nella capacità di fare e ci batteremo perché, nell'interesse di tutti, sia consentito anche alle nuove generazioni di emergere e di esprimere tutte le loro potenzialità».

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