RomaLe più piccola delle regioni rosse «è a una svolta». In Umbria Partito democratico si è lacerato. Ha fatto primarie che gli elettori hanno snobbato; sono arrivati ad una candidata - Catiuscia Marini - che «rappresenta la continuità con un sistema di potere marcio». Il risultato - spiega Fiammetta Modena, candidata a governatore per il Popolo delle libertà - è che per la prima volta in 60 anni la sinistra umbra non viene ritenuta in grado di governare. E il Pdl vuole approfittarne.
Ma è sicura di riuscire a espugnare il fortino?
«Certo. Questa volta ci giochiamo tutto. Faremo una campagna tutta in attacco».
Il segretario Pd Bersani vi conteggia tra le regioni sicure. Ci spiega perché si dovrebbe sbagliare?
«Innanzitutto cè laffidabilità e la capacità di fare squadra del Pdl. Siamo un gruppo compatto, esprimiamo una linea chiara e siamo in grado di governare la regione».
Poi le difficoltà del Pd...
«Dire difficoltà non rende la situazione. Sono reduci da due anni di liti laceranti. Prima la questione del terzo mandato della Lorenzetti (la presidente uscente che ha cercato di ricandidarsi, ndr), poi lo scontro sul post Lorenzetti. Liti di casta. E questa volta se ne sono accorti tutti e chi conosce il Pd sa che queste ferite non sono sanabili».
Però Catiuscia Marini ha vinto. Hanno il candidato.
«Con un risicato 53 per cento alle cosiddette primarie».
Cosiddette?
«Cè stata un affluenza molto bassa. Appena 53 mila dai 75 mila che avevano votato per il congresso. Con uno strano balzo in avanti di sera».
Truppe cammellate?
«Esatto. Ma la scarsa partecipazione dimostra che gli umbri hanno deciso di non partecipare a uno scontro che è stato solo personalistico. Lotta di potere».
Magari è solo disinteresse.
«No, di più. Per la prima volta il partito della sinistra non viene considerato una forza affidabile di governo».
Lei spera un bis delle elezioni di Todi, quando la sinistra perse con un candidato vicino a Marini?
«Diciamo che indicare i delfini non porta fortuna. Quando Catiuscia Marini presentò un suo delfino a Todi perse. E adesso non credo che essere il delfino della presidente uscente, Maria Rita Lorenzetti, possa aiutarla. Anche perché non può ignorare il bisogno di cambiamento».
Due donne a contendersi la poltrona di governatore. Già questo è un bel segnale di cambiamento.
«La candidata del Pd è una faccia fintamente nuova. È stata messa lì a garantire la continuità con il vecchio, è la prosecuzione di un sistema di potere marcio. I primi a non volerlo più e a chiedere un cambiamento vero sono gli elettori di sinistra. Cè grande entusiasmo e una richiesta di ribaltare le cose, che è direttamente proporzionale alla grande incapacità di governo del Pd».
Difficile pensare ad unUmbria non più rossa.
«Basta guardare i risultati delle ultime elezioni. Dalle politiche del 2008 il centrodestra è sempre cresciuto e ha strappato al Pd comuni importanti: la stessa Todi, Orvieto, Bastia, Gualdo. Poi alle ultime europee il Pdl ha superato il Pd. Governiamo 23 amministrazioni locali e siamo pronti per la regione».
Nel suo sito ha fatto un sondaggio e viene fuori che i suoi elettori sono stufi delle clientele della classe dirigente regionale.
«È cambiata la prospettiva in Umbria. E anche lidea di crescita economica. Per il Pd si fa usando in modo assistenziale e clientelare le risorse pubbliche. Per noi bisogna puntare sulloperosità delle nostre imprese».
Da dove vorrebbe partire?
«Il piano casa del governo è fondamentale. In Umbria è stato recepito in modo molto restrittivo e noi abbiamo già detto che sarà la prima cosa che cambieremo. Poi cercheremo di collegare le istituzioni e il mondo delleconomia allUniversità. E punteremo su un welfare che non lasci indietro nessuno».
Ha citato lattuazione del piano casa perché è una priorità del governo?
«Che il piano casa sia utile lo sanno tutti.
LUdc la sosterrà?
«Con lUdc in Umbria abbiamo unalleanza storica. Auspichiamo di ritrovarli al nostro fianco in questa battaglia per il cambiamento».