da Padova
Non gli pare possibile, non gli pare ammissibile, che la voce di Camilla sia stata spenta in questo modo. Carlo, corista della chiesa di santAntonino, non lo accetta. «È un incubo, voglio credere che sia un incubo - dice mentendo a se stesso - e sono sicuro che domani mi risveglierò e torneremo a cantare insieme in chiesa».
In realtà il rumore folle degli spari echeggia nella sua testa sconvolta dal dolore. È la figura del padre di Camilla che preme il grilletto il vero incubo di questo amico che non sa darsi pace. Un incubo da cui non si risveglierà mai. «Lei cantava benissimo - prosegue - era sicuramente la più brava del coro. Faceva anche la solista: era un soprano dalle grandi doti e io credo che, se avesse fatto qualche corso, se avesse coltivato queste qualità, avrebbe potuto fare strada anche in questo campo. A Natale tutti gli applausi sono stati per lei, per certi suoi assolo».
Dietro quella maschera di letizia e di gioia, però, si nascondeva unombra di inquietudine. «Un amico mi ha rivelato che il padre di Camilla soffriva di esaurimento - conclude Carlo - e che lei lo incalzava spingendolo a smettere di fumare e a curarsi. Lui reagiva, anche con violenti litigi. Nessuno pensava che sarebbe potuta accadere una tragedia simile». Non lo immaginava nemmeno la donna delle pulizie, una signora dellEst Europa che era in casa Chignoli da sette anni.
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