"Il voto? Il Pdl andrà con simbolo, primarie e liste civiche"

VERSO LE AMMINISTRATIVE Dopo l’incontro con Berlusconi a villa Gernetto, Formigoni e Mantovani spiegano le future strategie. Il governatore: "Il nuovo inno è simpatico ma non lo suoneremo perché cambierà il nome del partito"

"Il voto? Il Pdl andrà con simbolo, primarie e liste civiche"

Il nuovo inno del Pdl? «È orecchiabile, simpatico. Belle parole». Ma non è solo questione di melodie per il governatore Roberto Formigoni, reduce dalla serata di villa Gernetto con l’ex premier Silvio Berlusconi e i big del partito a parlare di futuro e del partito. «Ma non so se lo eseguiremo mai - si lascia scappare -. Perché magari cambieremo il nome al Pdl». I tempi? «Penso al congresso nazionale di fine anno». Nessuna intenzione di abbandonare il principale «punto di riferimento» per l’elettorato di centrodestra, ma la convinzione che l’idea di Berlusconi della necessità di un restyling radicale sia quella giusta. A cominciare dalle elezioni amministrative di maggio, quando andranno messe le basi per le ormai vicine politiche del dopo Monti. Praticamente archiviato, invece, il capitolo alleanze con Lega e Udc. «Ci dispiace - confessa Formigoni - che altri rompano l’accordo. Ora dobbiamo saper parlare ai moderati. È un elettorato paziente, ma non gli piacciono le liti. E se lo facciamo infuriare, non va a votare. E invece dobbiamo dirgli che dove amministra la sinistra, la ricetta è una sola: più tasse, più tasse, più tasse». Per evitarlo la strada è simbolo del Pdl in tutte le consultazioni, ma «massima apertura alla società civile», spiega Formigoni. Il che significa liste civiche e primarie per scegliere i candidati sindaco. Come il vice coordinatore provinciale Luca Squeri annuncia succederà a San Donato. Già fissata la data per l’11 marzo, candidature sottoscritte da almeno cento firme di cittadini residenti entro martedì 28febbraio. Una lista, annuncia il coordinatore regionale Mario Mantovani, che in Lombardia prosegue «con Como e Crema, poi tutte le città in cui sarà opportuno». Perché ora «la prima esigenza è recuperare tanta della nostra gente che ha perso la speranza, non sentendosi coinvolta nel progetto e per questo si è rifugiata nel gran numero degli indecisi che ormai sono arrivati al 50 per cento». Il futuro del Pdl? «Abbiamo visto un Silvio Berlusconi combattivo. Il nostro progetto non cambia e l’obiettivo resta sempre modernizzare il Paese». Anche perché i tempi stringono. Se a votare si andrà il 6 maggio, le liste nei Comuni andranno presentati tra poco più di un mese, ai primi di aprile. «E non c’era certo il tempo per cambiare il simbolo del Pdl».
Ma a non disperare di ricucire il rapporto con la lega, sembra essere rimasto il presidente della Provincia Guido Podestà.

«In Lombardia rispetto al resto del Paese la situazione è più tranquilla, l’alleanza con la Lega c’è. Abbiamo fatto un programma, presentato ai cittadini al momento delle elezioni. Non credo che si vada a tradire un mandato elettorale».

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