VOTO DI SCAMBIO A DANNO DEL PAESE

Alle 22.37 il voto, la Finanziaria passa. Prodi tira un sospiro di sollievo, che è sempre meglio che tirare le cuoia. Per ora si risparmia la gita al Quirinale: anziché salire al Colle, dovrà arrampicarsi sugli specchi. Comunque, sta a galla ancora per un po’. Giusto il tempo per mandare a fondo noi.
Non so che cosa gli italiani abbiano capito di questi ultimi giorni, fra manovra e manovre. Noi che siamo chiamati ad occuparcene per dovere ci siamo persi dietro i bizantinismi di Palazzo, trattative segrete, vertici notturni, dichiarazioni sulfuree. Figurarsi uno che lavora tutto il giorno: arriva alla sera stanco, al massimo digerisce una minestrina. Come può digerire le elucubrazioni dell’Udeur o i tormenti nascosti sotto la mascella diniana?
Ci sono due cose però che gli italiani hanno capito piuttosto bene. La prima è che la Finanziaria è passata grazie a un gigantesco voto di scambio: 1,3 miliardi di euro (soldi nostri) sono stati usati dal governo per convincere i senatori più riottosi a votare sì (si leggano al riguardo i nostri servizi a pagina 4).
La seconda cosa è che questo governo, comunque, non sta in piedi. E fa danni.

La Finanziaria malnata è già un bel guaio per il Paese, ma la debolezza di Prodi può causare disastri ancora maggiori. Per questo gli italiani sono pronti a scendere in piazza: perché non ne possono più delle manovre di Palazzo. Ieri sera ha votato il Senato. Ora vogliamo votare noi.

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