Washington, mazzette per 30 deputati

Secondo un rapporto reso noto da un quotidiano incassavano tangenti dai lobbisti, circa trenta deputati sono soto inchiesta. Nel mirino soprattutto i rapporti con le industrie legate alla difesa

Washington, mazzette per 30 deputati

Tangentopoli in salsa italiana a Washington: oltre trenta membri del Congresso americano, e tra questi la metà della potente sottocommissione che si occupa degli appalti del Pentagono, sono finiti sotto inchiesta della Commissione etica della Camera. La denuncia è del Washington Post, che ha messo le mani su un documento top secret messo in piazza per sbaglio da un funzionario della commissione. Due anni dopo lo scandalo del lobbista ebreo Jack Abramoff, condannato a 70 mesi di prigione per aver corrotto parlamentari e funzionari del Congresso, su Capitol Hill tornano a soffiare i venti delle polemiche.
Sette casi sotto inchiesta riguardano i rapporti tra parlamentari e l’ormai defunto studio di lobby Pma Group, creato alla fine degli anni Ottanta dall’ex funzionario italo-americano della Commissione Difesa della Camera Paul Magliocchetti. Cinque di questi parlamentari sono democratici - tra questi il potente John Murtha, ex Marine, presidente della sottocommissione - e due repubblicani. La Pma, considerata fino a pochi mesi fa una delle dieci lobby più potenti di Washington, è stata messa sotto inchiesta un anno fa dal Dipartimento della Giustizia e in marzo ha chiuso i battenti. Magliocchetti, sospettato dall’Fbi di aver usato la copertura di falsi donatori - un sommelier della Florida e un executive di un club di golf, ad esempio, oltre a figli, moglie, ex moglie - come veicolo per far arrivare donazioni illegali ai deputati amici, rischia fino a cinque anni di carcere. I sette parlamentari - riporta il Washington Post - hanno garantito appalti per oltre 200 milioni di dollari in due anni a clienti della Pma ricevendo in cambio oltre 6,2 milioni di dollari in contributi elettorali. I 20 maggiori contributori alle campagne elettorali di Murtha erano anche clienti Pma: tra questi - secondo il Center for Responsive Politics - General Dynamics, Lockheed Martin e Drs Technologies. I documenti della Commissione etica sono stati messi in piazza per errore da un funzionario di Capitol Hill, che li ha trasferiti su un computer di pubblico accesso.

Tra i parlamentari citati nei documenti c’è il presidente della Commissione Bilancio, Charles Rangel, da decenni mattatore della politica di Harlem, che si sarebbe fatto pagare un viaggio extralusso ai Caraibi da corporation come Citigroup e Pfizer, e la deputata nera della California, Maxime Waters, pezzo grosso della Commissione Finanze.

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