Welfare, sì di Confindustria: "Ma niente modifiche". La sinistra: invece le faremo

Montezemolo sfida Verdi e comunisti. Il ministro Ferrero (Rifondazione): se ne faccia una ragione. Il segretario della Cisl, Bonanni: "La legge Biagi non si tocca"

Welfare, sì di Confindustria: "Ma niente modifiche". La sinistra: invece le faremo

da Roma

La Confindustria scende in campo e prepara la campagna d’autunno. Luca Cordero di Montezemolo, presidente degli industriali, annuncia di aver firmato il Protocollo sul welfare. Dice anche di apprezzarlo nella parte che riguarda flessibilità e produttività; ma critica fortemente gli interventi in materia previdenziale. E lo firma ad una condizione: che non venga modificato in Parlamento. In sintonia con il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che in un’intervista al Foglio spiega: «Non sono d’accordo sul cambiare la legge Biagi, mi riconosco nella bontà della legge che la Cisl ha contribuito a costruire. Abbiamo trovato un equilibrio, non capisco perché si debba ricominciare tutto daccapo».
Esattamente il contrario di quel che vogliono i partiti della sinistra estrema. E per riuscire nell’intento di modificare il Protocollo (che verrà inserito nella legge finanziaria) aderiscono alla manifestazione promossa da Liberazione e Manifesto per il 20 ottobre prossimo. Una manifestazione per «ricostruire un protagonismo della sinistra e ridare fiducia alla parte più sacrificata del Paese».
E che ha come obbiettivo modificare la legge finanziaria. Non a caso, la scelta della data. Il 30 settembre il governo presenterà la manovra con il Protocollo su welfare e pensioni tradotto in norme. Il 1° ottobre la manovra arriverà al Senato. Dopo venti giorni, quindi, la discussione della finanziaria sarà nel pieno del dibattito in commissione Bilancio di Palazzo Madama. Ed a questo punto, arriva la manifestazione orientata proprio a modificare - come spiega Franco Giordano - il pacchetto sul welfare. «Misure che non abbiamo condiviso e che vogliamo cambiare», sottolinea il segretario di Rifondazione comunista. E per questo anticipa che il 20 ottobre sarà in piazza. Con lui ci saranno anche Oliviero Diliberto e Manuela Palermi. Tutti i Comunisti italiani saranno in piazza «per chiedere il rispetto del programma, a cominciare da questioni per noi fondamentali - spiega il segretario del Pdci - come pensioni e lavoro precario. Questioni sulle quali le risposte sono state finora insoddisfacenti». Leggermente più cauto Fabio Mussi. Il ministro dell’Università e leader della Sinistra democratica osserva che è pronto a discutere le ragioni della manifestazione del 20 ottobre ed è interessato a far pesare maggiormente sull’attività del governo il ruolo della sinistra.
A questo punto arriva l’annuncio di Montezemolo di firmare il Protocollo sul welfare ed il suo aut aut: ma senza modifiche. Mentre poche ore prima il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, aveva detto che eventuali correzioni al Protocollo e, quindi, alla finanziaria) potranno arrivare solo con il consenso del sindacato. «Montezemolo se ne faccia una ragione - replica il ministro Ferrero - in una Repubblica il Parlamento è sovrano». A ruota segue il viceministro dell’Economia, il verde Paolo Cento: «La firma da parte di Confindustria del protocollo sul welfare non può essere il pretesto per imporre nuovi diktat sul Parlamento e sulla necessità di fare modifiche a quel testo». Per il senatore di Forza Italia Maurizio Sacconi si tratta di «un ben strano protocollo» che, nel disaccordo di tutti, «raccoglie le firme della Cgil e di Confindustria» e non quella delle «grandi organizzazioni del lavoro autonomo». La scelta della Confindustria, infatti, rischia di condizionare il dibattito sull’intera legge di bilancio. Soprattutto quest’anno la cui discussione parlamentare inizia da Palazzo Madama. Un esempio delle difficoltà della maggioranza al Senato: la maggioranza in commissione Bilancio è assicurata dalla presenza in commissione di Carlo Azeglio Ciampi.
Non è finita. Con la risoluzione parlamentare che ha dato il via libera al Dpef, il governo viene invitato a non presentare emendamenti alla finanziaria se prima questi non sono stati discussi dal Consiglio dei ministri.

Ne consegue che il governo potrà presentare emendamenti alla manovra in commissione solo dopo l’autorizzazione del Consiglio dei ministri. E qui ci sarà il confronto - prima che al Senato - sulle modifiche al Protocollo. Che la sinistra vuole modificare con la manifestazione del 20 ottobre; e la Confindustria no.

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