Roma - L'Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo sul disegno di legge che recepisce il protocollo sul welfare con 326 sì. I voti contrari sono stati 238. L'esame del ddl sul welfare riprenderà domattina con i circa 88 ordini del giorno e con il voto finale. "Superare lo scalone è motivo d'orgoglio non un compromesso al ribasso. Un cedimento sarebbe stato fare in modo di far entrare in vigore questa norma". Così fonti di Palazzo Chigi, nel briefing serale, commentano il via libera della Camera al pacchetto sul welfare.
Governo, sinistra in rivolta Di un’eventuale verifica di governo si potrebbe parlare dopo l’approvazione della Finanziaria. Così il premier, Romano Prodi, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano come intende lavorare dal momento che tutti i partiti chiedono una verifica a gennaio dopo la manovra. "Intanto lavoriamo per l’approvazione della Finanziaria - ha detto Prodi a margine dell’iniziativa per la presentazione della Costituzione agli studenti - per dare al Paese tutti i vantaggi che la Finanziaria può dare, poi vedremo". Quindi il premier si è assunto tutta la responsabilità della decisione sul protocollo del 23 luglio: "La decisione sul welfare l’abbiamo presa in piena coscienza e me ne assumo completamente la responsabilità".
"Rifondazione? Confronto" "Da parte del Prc non ci sono state minacce, ma riflessioni e richieste di un dialogo e di un confronto politico che io non rifiuto". Ha aggiunto Prodi. Un giornalista aveva chiesto al premier cosa pensasse della minacce di Rifondazione Comunista. "Abbiamo raggiunto - ha continuato il premier - una proposta sul welfare che è stata frutto di una serie di mediazioni, di una composizione di obbiettivi e della loro armonizzazione. Credo che abbiamo raggiunto l’obbiettivo che ci proponevamo".
Il Prc non ci sta "Non possiamo essere tranquillizzati da dichiarazioni dell’ultima ora: si tratta a questo punto di dire con pacatezza, ma determinazione di vedere qual’è il progetto di legislatura e quali sono punti sui quali si intende mantenere gli impegni con gli elettori". Così il capogruppo del Prc alla Camera, Gennaro Migliore, rispedisce al mittente le dichiarazioni di questa mattina del presidente del Consiglio. "Questa è l’ultima occasione cercate di non sprecarla" il segretario del Prc Franco Giordano, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla fiducia, si rivolge al presidente del Consiglio Romano Prodi seduto nei banchi del governo. "Ora - prosegue - si è aperta una nuova fase. Bisogna cambiare agenda, è l’ultima possibilità per ricostruire un rapporto con una parte del Paese".
Diliberto: "E' un ricatto" "Prodi ha ceduto a un ricatto". Il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, parlando con i cronisti in Transatlantico alla Camera, commenta così le decisioni del governo sul protocollo del welfare e le parole del presidente del Consiglio. "Il premier è ricattato da due senatori: uno è Dini. Noi votiamo la fiducia sul welfare, ma dopo valuteremo di caso in caso". "Voterò la fiducia per senso di responsabilità, ma mi dimetto dalla presidenza della commissione Lavoro per rispetto della dignità del ruolo e delle istituzioni", il presidente Gianni Pagliarini (Pdci) motiva così il suo abbandono dell’incarico. Una decisione presa dopo che "il governo ha spossessato il parlamento" dell’iniziativa legislativa con l’apposizione della fiducia sul ddl welfare modificando il testo licenziato dalla Lavoro.
Cento: "Fine dell'Unione" "L’unico strappo lo ha fatto Dini, che ha ricattato insieme a Confindustria il governo, dicendo che o si fa come dicono loro o si fa la crisi di governo". Così il sottosegretario all’Economia, Paolo Cento, secondo il quale "ieri si è esaurita la fase dell’Unione. È in crisi l’alleanza presentata agli elettori, è stata messa in crisi da un atto unilaterale e di ricatto di Dini che - aggiunge - del resto rivendica un quadro politico diverso". Per Cento "apprezziamo lo sforzo di sintesi di Prodi, ma è evidente che è pure lui vittima del ricatto, come la sinistra".
Dini: "Governo appeso a un filo" Secondo il senatore Lamberto Dini (Liberaldemocratici) "il governo è appeso ad un filo. Non so quanto potrà durare" dice intervistato da Maurizio Belpietro a "Panorama del giorno" (Canale 5). "Vedremo quello che succederà da qui alla fine dell’anno. Mi pare che anche in parlamento si registra lo scontento così diffuso nel paese nei riguardi di questo governo che non sembra essere capace di affrontare i veri problemi del paese, che è il declino economico in particolare" afferma Dini.
Quanto al protocollo sul welfare, "come ci si può ribellare a un’intesa sul welfare - si domanda Dini - quando questa è stata approvata e ratificata da un referendum promosso dei sindacati nelle fabbriche con 5 milioni di lavoratori? Come si può pensare a una cosa del genere. Sarebbe stato un fatto molto grave per il governo e per il presidente del consiglio non mandare avanti il protocollo che lui stesso aveva firmato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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